Su Raiuno è partita la terza stagione di Tutti pazzi per amore, “creatura” dell’ideatore e sceneggiatore Ivan Cotroneo, il quale in contemporanea presenta il suo esordio su grande schermo, ovvero La Kryptonite nella Borsa, di fresco passaggio alla Festa del Cinema di Roma, tratto dal suo omonimo romanzo.
Ancora famiglia, ma questa volta raccontata negli anni ’70, in quel di Napoli, con tracce personali dei ricordi del regista. Ancora musica, ma questa volta i personaggi non cantano, ma la colonna sonora ha la sua importanza: dall’Iggy Pop di Lust for Life al Life on Mars?di David Bowie, più “innesti” di Mina e Peppino di Capri.
Commedia gradevole e sufficientemente equilibrata, con tracce soft> di melodramma, dedicata alle vicende della famiglia Sansone in un quartiere napoletano: mamma (Valeria Golino) va dallo psichiatra (Fabrizio Gifuni) ed è fortemente depressa per via del marito (Luca Zingaretti) che gli mette le corna. In mezzo ci sta il piccolo Peppino (Luigi Catani), bambino sballottato che per la sua crescita trova utili i consigli dello zio, buffo personaggio che si crede Superman. Solo che lo zio è morto in un incidente e solo Peppino riesce a vederlo. Poi ci sono gli zii, uno studia (forse) e gli altri due (Cristiana Capotondi e Libero de Rienzo) si godono la “stagione dei fiori”.
Insomma, un film vivace e discretamente confezionato, dall’aria gradevole e di buon gioco recitativo d’insieme, con contorno di pulcini (regalati da papà a Peppino, ma con esiti “tragici”), occhiali rotti, pomeriggi al mare con la collega di mamma alla disperata ricerca di un fidanzato, sentimenti amorosi “ballerini” (la zia Capotondi cambia fidanzato alla velocità della luce), il tutto osservato dagli occhi miopi di Peppino, dietro spesse lenti, oggetto di scherno dei compagni “bulletti”.
Cinecittà di Paolo Pagliarani