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La fuga dai bombardamenti

A partire dai primi anni del Novecento, grazie anche all’interessamento dei vari rettori, la biblioteca del seminario vide un discreto incremento. Soprattutto negli anni in cui fu rettore il canonico Michele Rubertini (dal 1919 al 1943) vi furono gli importanti lasciti del canonico Venturini, di Luigi Del Monte, di don Andrea Bianchi, di don Domenico Fabbri e del canonico Nanni, che arricchirono di opere significative (basti pensare ai testi sul Modernismo) la Biblioteca, anche se furono mutilati dai bombardamenti.

I bombardamenti degli ultimi mesi del 1943, infatti, distrussero oltre che il Vescovado e parte del Tempio Malatestiano, anche il Seminario, che continuava ad avere la sua sede in via Mentana. I seminaristi furono ricoverati dapprima al santuario di Bonora, poi nella parrocchia di San Giovanni Battista a Rimini e quello che rimaneva della biblioteca e dell’archivio sarebbe andato completamente perduto se il canonico Rubertini non avesse provveduto a trasportare tutto a Sogliano.

Dopo la guerra nel ricostruito seminario venne riportata la biblioteca, ma ammucchiata senza ordine e alla rinfusa.
Quando il vescovo Emilio Biancheri costruì la nuova sede in via Covignano, vi fece trasportare la biblioteca – era allora rettore mons. Fausto Lanfranchi – e diede l’incarico a padre Eugenio Setale dell’abbazia benedettina di Farfa di procedere alla sua sistemazione. Padre Setale divise i libri in classi secondo i criteri elencati nel volume <+cors>Le norme per il catalogo degli stampati <+testo_band>(Città del Vaticano, 1949): A. Agiografia; Ar. Arte; B. Bibliografia; CG. Cultura generale; J. Diritto; JC. Diritto canonico; FR. Filosofia; G. Geografia; L. Letteratura; Lf. Letteratura francesce; Lg. Letteratura greca; Li. Letteratura italiana; Ll. Letteratura latina; Ls. Letteratura straniera; LG. Liturgia; O. Omiletica; P. Patrologia, Pd. Pedagogia, R. Rimini; Rm. Romagna; SS. Sacra Scrittura; SV. Scienze varie; S. Storia; SE. Storia ecclesiastica; T,. Teologia; TD. Teologia dogmatica; TM. Teologia morale; TP. Teologia pastorale; Ts. Teologia spirituale.

Un settore a parte era riservato alle riviste. La collocazione venne compiuta successivamente, seguendo le norme tracciate dallo stesso padre Setale, che prevedevano quattro elementi: la classe (indicata con una lettera), l’altezza del volume (indicata con un numero), l’accessione al volume (indicata col numero del palchetto, seguito dal numero di successione del libro), la sezione (indicata con una lettera maiuscola).
La biblioteca, oltre alla funzione scientifica e di aggiornamento, doveva rispondere anche ad una funzione scolastica, per i seminaristi che frequentavano le scuole medie e superiori della città, per questo metteva a disposizione dizionari, classici latini e greci e manuali di vario genere.
I volumi vennero sistemati in tre locali: sala di consultazione, magazzino, ufficio.

Nel 1992 con l’assunzione del primo bibliotecario a tempo pieno, si diede inizio a un nuovo sistema di classificazione e di collocazione, applicando il cosiddetto DDC (acronimo per Dewey Decimal Classification), sistema di classificazione per argomenti, sviluppato nel 1876 da Melvil Dewey, che consente di tradurre tutte le informazioni che interessano in cifre, da un minimo di tre a un massimo indeterminato, dove la prima cifra indica la categoria-insieme (0. Opere generali; 1. Filosofia e discipline connesse; 2. Religione; 3. Scienze sociali; 4. Linguaggio; 5. Scienze naturali; 6. Tecnologia e scienze applicate; 7. Arti; 8. Letteratura e retorica; 9. Geografia e storia), mentre le successive indicano le categorie sotto-insieme, ciascuna divisibile a sua volta in sezioni. Per esempio il numero 232.91 all’interno della categoria Religione (2), indica un volume di teologia (3), cristologica (2), che studia la famiglia e l’infanzia di Gesù (9), ed è dedicato in particolare alla Madonna (1).
Il sistema, largamente utilizzato a livello internazionale, unendo a una corretta base scientifica una maggiore elasticità, rispondeva all’esigenza pratica di non legare i libri in maniera rigida ad uno scaffale e a un posto preciso all’interno dello scaffale, vantaggio non da poco per una biblioteca in costante, rapido sviluppo, che intendeva ”tenere insieme” le opere di uno stesso autore o di uno stesso argomento acquisite in tempi successivi e che, per il poco spazio a disposizione era costretta a continui spostamenti dei materiali.

Cinzia Montevecchi
(3-continua)