Irruento, sanguigno, a volte esageratamente irascibile, di una stizza che sembra fare a pugni con l’abito che indossa.Ma don Camillo è profondamente sacerdote, profondamente pastore, profondamente uomo. E Peppone è il suo naturale, fraterno contraltare.
Don Camillo non è solo il protagonista dei libri di Giovannino Guareschi e dei film (mai apprezzati totalmente dal suo creatore, però) con Fernandel e Gino Cervi che hanno catalizzato l’interesse di intere generazioni. Quel prete sanguigno è il protagonista della collana a fumetti che si è aggiudicato grazie al volume “La fanciulla dai capelli rossi” il “Fede a Strisce 2017”, il premio che viene attribuito a Rimini per il fumetto religioso. Unico in Italia, il riconoscimento è indetto dal festival Cartoon Club, ed è intitolato alla memoria del santarcangiolese Roberto Ramberti (1928-1995), attivamente impegnato per le persone diversamente abili ed emarginate. Da sempre vicino alla spiritualità francescana, apprezzava fumetti e cartoon umoristici.
“Don Camillo si lascia trasportare, ma è profondamente sacerdote, pastore e uomo. – recita la motivazione del Premio – Ecco perché un fumetto che riesce a trasmettere tutto questo merita di vincere. Ecco perché Don Camillo quest’anno ha meritato di vincere”.
Tra i finalisti del Premio si incontrano storie e personaggi che spesso fugano ogni sospetto sulla capacità del linguaggio del fumetto di esprimere il Mistero e confrontarsi con la fede in maniera per nulla inadeguata o impertinente. Anche in pubblicazioni dove meno ce l’aspettiamo.
È il caso, ad esempio, di quel supereroe tutto originale che risponde al nome di Rat-Man si aggira per le edicole italiane in calzamaglia con la faccia da scimmia e le orecchie da topo e si è meritato la menzione speciale. L’ultimo ciclo narrativo di Rat-Man è una storia molto religiosa, molto cattolica, molto bella. “Quasi tutti si fermano solo al terzo elemento, ma la bellezza si fonda sulla verità, o meglio, sulla sincerità di cuore. – fa notare uno dei giurati, l’editore Alessandro Bottero – Ortolani, attraverso lo scontro finale di Rat-Man con l’Ombra svela pensieri sulla morte, sulla vita, sull’essere genitore, sull’amore che vince su tutto, sulla fede e sulle false illusioni”. Il tutto con il suo consueto pudore che ne accresce la forza narrativa.
Anche Caterina da Siena della giovane editrice toscana Kleiner Flug è un bell’esempio di come si possa fare fumetto religioso senza essere catechetici anche raccontando la storia di una santa così famosa, e in modo poco convenzionale.
Perché un premio al fumetto di senso religioso?
Coniugare la leggerezza di un ballon con le domande sul senso profondo della vita. Oppure allestire opere dal forte sapore allusivo. Il fumetto è in grado di dialogare con l’infinito attraverso accenti differenti. Per sua natura, la letteratura disegnata non si sottrae alla ricerca del sacro, alle suggestioni della fede e neppure alle espressioni più proprie del sentimento religioso.
Per il Premio, i giurati effettuano una vera e propria caccia alle opere, non di rado imbattendosi in storie “imprevedibili come il Miraclemen di Alan Moore o manga come La farfalla assassina” rilancia padre Stefano Gorla.
Il Mistero abita anche sulle nuvole, insomma. E sarebbe bene prestare maggiore attenzione al fumetto come linguaggio in grado di veicolare e trasmettere anche i contenuti della fede. “Il fumetto religioso in Italia è «un bellissimo tesoro» in gran parte ignorato dalla critica” fa notare Bottero sventolando periodici come PM, il Giornalino e Messaggero dei Ragazzi e altre realtà più giovani. “Purtroppo le case editrici di seriali per edicola non toccano l’argomento religioso neppure con le molle, che si tratti di opere tradotte o prodotte”. Un’autocensura preventiva per evitare polemiche? Peccato. Un Premio come “Fede a Strisce” dimostra come si possa, con stile, parlare della ricerca ultima dell’uomo. Anche sulle nuvolette.
Tommaso Cevoli