C’è un ulteriore lato oscuro del lockdown: l’accrescimento del disagio, personale e familiare, con conseguente aumento nella richiesta di sostanze stupefacenti.
“Notiamo un incremento nella domanda dopo il lockdown.
Ma nello stesso tempo la difficoltà a procurarsi le sostanze e la convivenza forzata, in alcuni casi ha portato alla luce un problema di dipendenza, in precedenza rimasto sottotraccia”. Questa istantanea scattata dal Presidente di San Patrignano, Alessandro Rodino Dal Pozzo, si aggiunge ad altri click e va a comporre l’immagine dei dati tossicologici relativi agli ingressi nella più grande realtà di recupero d’Europa nel 2019, che aiuta a comprendere come è cambiato l’uso di sostanze rispetto agli anni precedenti. Un osservatorio prezioso che SanPa mette a disposizione a ridosso della Giornata mondiale della lotta alla droga, il 26 giugno.
Se la dipendenza da sostanze resta un problema prevalentemente maschile, le ragazze sono più precoci e in percentuale “fanno un uso leggermente superiore di eroina e siringhe rispetto ai maschi. – spiega il Vicepresidente e responsabile terapeutico San Patrignano, dott. Antonio Boschini – Si nota anche una maggiore fatica nelle donne nel percorso terapeutico, le cui storie sono spesso segnate da traumi preadolescenziali, ma al termine del percorso il rischio ricaduta è di gran lunga inferiore rispetto agli uomini”.
L’uso delle droghe si sta gradualmente modificando negli ultimi 10-15 anni. La cannabis è sempre la prima sostanza con cui si entra in contatto (età media 14-15 anni). Poi segue un periodo di sperimentazione delle droghe sintetiche, nel contesto delle discoteche o dei rave (dai 16 ai 18 anni). Successivamente si entra in contatto con cocaina e eroina. “Quasi tutti coloro che entrano a San Patrignano hanno fatto uso di cocaina e di cannabis. – sottolinea Boschini – È cresciuto l’uso problematico di alcol, supera il 40%, e quasi tutti oggi sono persone con più di una dipendenza”.
Preoccupante il dato secondo cui l’età media del primo contatto con le sostanze stupefacenti resta di 15 anni, che si abbassa a 14 anni quando si parla di cannabis per alzarsi a 18-19 per cocaina ed eroina inalata.
460 le persone entrate in comunità nel 2019, di cui 82 ragazze (17,8%) e 378 ragazzi (82,2%), età media complessiva 30 anni. 30 gli ingressi dei minorenni (12 ragazze e 18 ragazzi), ma i giovani continuano ad essere tanti: 267 gli under 30. La sostanza più utilizzata, ancor più di un anno fa, è la cocaina (92,8% contro l’88,5% del 2018), seguita a ruota dai cannabinoidi (85,6%).
La cocaina non solo risulta la sostanza più utilizzata, ma anche quella da cui la persona dipende, equivalente al 51% (a fronte dell’anno passato pari al 47,8%). L’eroina è la seconda dipendenza primaria (35,4%).
Cresce leggermente anche la cannabis come droga primaria, realtà per il 5,6% dei neoentrati. Cresce quasi di un punto, la percentuale di poliassuntori, pari all’85,8% dei neoentrati. Fenomeno da non sottovalutare infine quello della dipendenza da alcol (43,7%). “La quarantena non ha modificato le abitudini del tossicodipendente, impegnato sin dal mattino a recuperare sostanze. E purtroppo non sono mai mancate le ‘consegne a domicilio’. I servizi istituzionali sono sempre aperti e hanno anche intensificato la distribuzione di metadone e farmaci sostitutivi”. “Ad oggi la spesa media familiare per le sostanze è pari a 586 euro (calcolato sulla base dei 15,3 miliardi annui spesi in Italia in sostanze illegali suddivisi fra le 26.081.199 famiglie italiane, fonte Istat 2018), – spiega Rodino Dal Pozzo – una cifra spropositata che, se confermata anche in questo anno, diventerà un ulteriore macigno sulle casse delle famiglie. Quella della tossicodipendenza è una dipendenza di cui in questo periodo si è parlato poco, ma che è quanto mai attuale”.