Non schiacciate le formiche, in mezzo ci potrebbe essere Ant-Man. Al più “piccolo” eroe di casa Marvel è dedicato il film diretto da Peyton Reed (quello di Yes Man e Abbasso l’amore), scritto da Edgar Wright (in predicato per la regia è rimasto come sceneggiatore e produttore) e Joe Cornish, tratto dai fumetti di Stan Lee, Larry Lieber e Jack Kirby.
Per questa versione cinematografica si è adottato il secondo Ant-Man, ovvero Scott Lang (Paul Rudd), il ladruncolo scelto dal biochimico Henry Pym (Michael Douglas) per vestire i panni dell’eroe in grado di rimpicciolirsi ed entrare in azione guidando un esercito di formiche, così da sconfiggere il cattivissimo di turno (Corey Stoll) che ha preso possesso delle industrie Pym e vuole utilizzare la tecnica della miniaturizzazione per costruire un esercito di potenti mini-soldati dotati di una speciale tuta da combattimento, a guisa di Calabrone.
Ant-Man è un nuovo tassello dell’universo “Marvel Cinematic” che si prepara ad un rinnovato Fantastici Quattro (a settembre) e molti altri film (tra i quali un nuovo Capitan America col ritorno de “l’uomo formica”).
Il regista scelto (finora più posizionato sulla commedia) si limita al diligente compito professionale. Il resto lo fanno la meraviglia degli effetti speciali e qualche scena gustosa (la lotta sul trenino Thomas è alquanto spassosa) che mescolano le fantasmagorie tipiche della casa di Stan Lee (ovviamente per lui c’è il consueto cameo) alle soluzioni più umoristiche (non assenti in molte pagine Marvel) dovute senza dubbio alla penna di Wright che viene da film come il cult L’alba dei morti dementi. Nel cast figurano pure Evangeline Lilly (la figlia di Pym, forse futura Wasp cinematografica) e Michael Peña in ruolo da comprimario buffo.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani