Una settimana di preghiera e di sensibilizzazione nei confronti della guerra in Ucraina. È quanto propone la Diocesi di Rimini, a partire da domenica 6 marzo 2022, attraverso alcune semplici iniziative e gesti simbolici. Tra cui spegnimento delle luci degli edifici religiosi, preghiera in famiglia, raccolta fondi e accoglienza.
Preghiera al suono delle campane
Le campane della Basilica Cattedrale saranno suonate ogni giorno della prossima settimana, sempre alle ore 20.
Si invitano anche le parrocchie e i monasteri della Diocesi a fare altrettanto.
È proposta anche una preghiera serale, in famiglia, a favore della pace.
L’invito è esteso anche alle comunità monastiche e religiose presenti in Diocesi.
Spegnimento luce della Cattedrale
Si prevede inoltre lo spegnimento dell’illuminazione della Basilica Cattedrale, a Rimini, sempre in orario serale. “Questo gesto ha un doppio significato. – spiega il Vicario generale della Diocesi, don Maurizio Fabbri – Il primo è fortemente simbolico: spegnere le luci che illuminano il Duomo di Rimini significa sperimentare le tenebre, come quelle che avvolgono l’umanità quando si imbocca la ‘follia della guerra’, come ha detto Papa Francesco.
Inoltre, è anche un piccolo esempio delle luci superflue che ciascuno di noi può ‘spegnere’, come digiuno soprattutto in questo tempo di Quaresima, e di risparmio energetico”.
Queste prime iniziative sono proposte da domenica 6 a domenica 13 marzo. Sono allo studio della Diocesi anche altre proposte nel caso il conflitto dovesse prolungarsi.
Fondo Caritas per Ucraina
Si invitano le comunità parrocchiali, ma anche le associazioni e i movimenti ecclesiali a supportare, per quanto è possibile, la raccolta fondi avviata da #Caritas Italiana per stare accanto alla popolazione #ucraina vittima del conflitto.
Tale vicinanza può essere fatta utilizzando il conto corrente:
IT21T06230242060000043130436
intestato a Caritas Rimini ODV Causale Emergenza Ucraina
A coordinare gli interventi di solidarietà e accoglienza per l’Emergenza Ucraina, anche in vista dell’arrivo di altri profughi, è la Caritas Diocesana.
Direttore Mario Galasso, qual è il significato delle proposte della Diocesi per questa settimana?
“Dire no alla guerra e alla violenza, ricordarci che ci sono anche altri conflitti in corso, percorrere insieme la via della Pace. Assicurare vicinanza e solidarietà a quanti sono vittime della guerra.
In quale maniera? Incontrandoci per condividere vicendevolmente le emozioni, le preoccupazioni, le paure.
Fermandoci per capire in maniera razionale cosa possiamo fare come comunità.
Approfondendo i temi della Pace e della Nonviolenza cercando di capire come possiamo dargli vita.
Raccogliendoci in preghiera con le nostre famiglie, con i nostri amici, con tutti gli uomini di buona volontà per invocare la Pace, per stare vicino alle sofferenze del popolo ucraino, per sentirci tutti fratelli e implorare da Dio la fine della guerra. Tanti piccoli passi possibili per prepararci all’accoglienza delle persone che arriveranno o sono già presenti sul nostro territorio”.
Accoglienza profughi
Sono già arrivate alcune centinaia di profughi dalla Ucraina, e se ne prevedono altri. La Diocesi di Rimini ha in animo un intervento sul fronte della accoglienza?
“Le canoniche agibili sono già state messe a disposizione di famiglie in difficoltà economica ad affitti più che calmierati.
Questa settimana cercheremo di capire se, anche coinvolgendo i fedeli, riusciremo ad individuare nuove possibilità ed opportunità. Una cosa è certa: cercheremo di fare il possibile per sensibilizzare le comunità e poter offrire il contributo della Chiesa di Rimini in questa emergenza”.
Sul territorio riminese è forte la presenza di ucraini e russi.
“Invitiamo questi fratelli, soprattutto coloro delle diverse confessioni cristiane, a pregare per la pace, perché ad ogni livello – personale e comunitario – il dialogo vinca sul rancore, sull’odio, e sulla via senza ritorno della guerra. Stiamo pensando ad altre iniziative di pace e di preghiera in grado di coinvolgerci tutti”.