E torniamo a parlare di tagli. Ma questa volta non si tratta del solo e semplice sforbiciare di fondi bensì di assessori. Non diciamo una novità: in tempi di vacche magre – e questi sono di magrissime – la prima cosa che si taglia è la cultura. Ma nell’ultimo anno si è assistito anche ad un altro fenomeno: scompare l’assessore alla Cultura e compare l’assessorato in capo al sindaco. È quello che è successo a Riccione poco tempo fa ed è quello che “è sempre successo” a Bellaria, (vedi pezzo sotto), Casteldelci, Pennabilli, Mondaino.
Ad essere cattivi si potrebbe pensare che la Cultura è la figlia meno amata di mamma Amministrazione e che quindi si può fare a meno di qualcuno che la guidi. Ma parlando con i sindaci/assessori il punto di vista cambia: “la cultura è troppo importante, strategica per la città. Chi meglio di un sindaco se ne potrebbe occupare?” è il sindaco/assessore pensiero. C’è poi lo strano caso di Torriana che “dedica” i suoi due unici assessori l’uno alla cultura, l’altro al turismo, mentre la tendenza dei piccoli comuni è quella di accorpare le due in un’unica figura.
Ma cosa capita agli operatori di cultura quando scompare l’assessore?
Riccione è la più fresca di cambiamento. Il recente rimpasto del Consiglio Comunale, infatti, ha visto cadere la carica che fu di Iole Pelliccioni e il sindaco Massimo Pironi caricarsi di un importante fardello. Sì, perché Riccione è culturalmente molto vivace. Storici eventi come Riccione per il Teatro, TTV, Premio Ilaria Alpi, un tessuto di compagnie teatrali a dir poco invidiabile e quest’anno ci saranno i festeggiamenti dei 90 anni del Comune: Riccione90.
Sindaco si è preso un bell’incarico. Cosa può dirci rispetto alla scomparsa dell’assessore? In quale direzione andrà Riccione?
“Non è scomparso nulla. L’assessorato l’ho preso io e lavoriamo nella consapevolezza della sua importanza. Il cambiamento è dovuto ad un discorso riorganizzativo su Riccione. La direzione verso la quale ci stiamo dirigendo è quella di avvicinare sempre di più turismo e cultura”.
Turismo e cultura che si parlano. Benissimo, ma questo discorso può farsi su eventi da Creare ex novo mentre quelli già esistenti vivono di vita propria a prescindere da un discorso turistico. Non crede?
“Certo. Dobbiamo smitizzare, però, questa idea che il Turismo fagociti la Cultura. Non è così. Mi piace sempre ricordare che nello spot elettorale che scelsi c’era il concetto di «Una città culturalmente bella». Bisogna poi pensare che ci sono delle forze nuove che dobbiamo utilizzare. Si è appena chiuso con successo Riccione per il Teatroche è stato un esempio di questo cambiamento (la prima volta con la direzione artistica di Simone Bruscia, ndr). Dobbiamo esaltare i contenuti che già abbiamo valorizzando il territorio ed esportando i nostri prodotti culturali”.
Parliamo di bestie nere: i tagli. Di quale entità sulla Cultura?
“I tagli saranno catastrofici per ogni settore e non solo per la Cultura. Parliamo di oltre due milioni in meno per quest’anno (1.3 milioni lo scorso anno, ndr). In totale a causa di mancati rientri per oneri di urbanizzazione e altro, il segno meno sarà messo davanti a 5 milioni di euro. Lo scenario non è bello. Pensiamo però di salvaguardare i servizi alla persona. Per il resto è tutto il discussione. Non è escluso che si ridiscutano certe entrate come la tassa di soggiorno. In base al tutto valuteremo anche la Cultura”.
Quest’anno il Comune di Riccione compirà 90 anni. Sarà festa.
“Sì, una grande festa, un anno di festeggiamenti per valorizzare tutte le ricchezze e le forze del nostro territorio.
Il 18 ottobre si festeggia il compleanno numero 89 e si entra nel 90esimo anno. Poi ci saranno tanti eventi che non voglio anticipare. Posso solo dire che stiamo lavorando ad un logo che identificherà l’intera annata”.
Angela De Rubeis