Home Ponte Giovani LA CLASSE NON È ACQUA… È VELA!

LA CLASSE NON È ACQUA… È VELA!

La scuola sta evolvendo: non si parla solo di progresso tecnologico, ma di una apertura mentale verso nuove idee e possibilità. É il caso di una classe di giovani ragazzi del liceo A. Serpieri di Rimini che, come viaggio d’istruzione, ha optato per un’avventura in barca a vela.
La 2^B dello scientifico, nell’anno scolastico 2023/24, sceglie di cimentarsi in un’esperienza dal taglio sicuramente originale. Guidati dal loro docente di matematica, il professor Andrea Bruschi, gli studenti si sono messi in moto in ogni modo per dare il via a questo particolare viaggio. Avviare questo progetto non è stato semplice, perché a un primo impatto l’idea di un progetto di questo tipo in ambito scolastico può far storcere il naso a un primo impatto. Ma è vero che le esperienze legate alla scuola devono essere formative, ed è proprio questo che i ragazzi e i professori hanno voluto sostenere e sono riusciti nella loro impresa con successo!

Il viaggio

E così, l’8 maggio arriva il momento della partenza delle due barche sulle quali la classe si era divisa. Perfino la preside della scuola Francesca Tornatore era presente, pronta a sostenere questa nuova iniziativa, quasi sperimentale. Tutto questo nasce proprio dall’idea del professor Bruschi: non è la prima volta che propone gite un po’ fuori dal comune, come ad esempio escursioni nella natura; ma questa volta ha pensato di coinvolgere alcuni suoi amici skipper assieme ai ragazzi. La tratta, relativamente breve, li ha spinti in mare fino a Cesenatico per due giorni, dove gli aiuti esterni erano pochi: oltre agli skipper, che hanno svolto un ruolo fondamentale in momenti come le lezioni sui nodi o le spiegazioni delle parti importanti della barca, hanno dovuto capire le prime basi della sopravvivenza, a partire dal doversi cucinare il pranzo da soli alla convivenza negli spazi ristretti. O ancora la ‘semplice’ responsabilizzazione: tutti avevano un ruolo, e nessuno di essi era trascurabile! “Ci ha aiutati a crescere. – ci racconta una studentessa – Non solo come gruppo, ma come persone. L’impronta che una responsabilità del genere ci ha lasciato è incancellabile e i legami che si sono creati sono profondi. È un’esperienza che rifarei mille volte”.

Un viaggio, quindi, che si può definire ampiamente approvato: molti ragazzi, che sono in procinto di entrare nel triennio, hanno definito il progetto importante anche per la loro formazione futura. Chi ha scoperto passioni, capacità personali… ogni cosa può aiutare a scoprire nuove parti di sé, soprattutto quando si è in contatto con altri o in determinate situazioni. Insomma, speriamo di vedere queste attività un po’ meno canoniche sempre più presenti nelle scuole e aspettiamo con ansia la prossima idea del professor Bruschi!

Emily Hysa