Un grande pannello fotografico, con il volto sorridente di Marco sulla sua moto. È questa l’immagine che domenica mattina ha accolto le tante persone che hanno partecipato all’inaugurazione della Casa che porta il nome di Simoncelli e che diventerà un centro di accoglienza per ragazzi disabili, gestito dalla comunità di Montetauro.
Un sogno diventato realtà, come ha detto il papà di Marco, Paolo. Una casa che rappresenta l’obiettivo più importante della Fondazione nata dopo la scomparsa del centauro in Malesia. Un’inaugurazione che non a caso è stata fatta domenica 20 gennaio, perché proprio quel giorno, Marco, avrebbe compiuto 32 anni. Una data divenuta straziante per i suoi familiari, ma che da ora in avanti potrà essere ricordata per il frutto concreto del bene che il Sic ha seminato durante la sua vita. Per realizzare la grande Casa, bella, spaziosa, con uno sguardo sul mare, è servito il contributo di tanti sponsor importanti, ma anche il silenzioso aiuto di tante persone comuni, che anche con piccole donazioni, hanno reso possibile la realizzazione dell’importante progetto.
Paolo, il papà di Marco, ricorda sempre l’anziana signora che mensilmente versa 5 euro e 80 centesimi. All’inaugurazione, oltre ai familiari e a Kate, la fidanzata che ancora oggi è anima della Fondazione, c’erano il vescovo Francesco Lambiasi, il prefetto Alessandra Camporota, il sindaco di Coriano Mimma Spinelli e i rappresentanti della comunità di Montetauro. Presenti anche alcuni uomini del motociclismo: Mattia Pasini, il team manager Fausto Gresini e il giornalista, grande amico di famiglia, Paolo Beltramo.
“Per la nostra comunità si tratta di un momento molto importante. – ha detto il primo cittadino – Marco ci ha sempre emozionato in pista e continua ad emozionare il mondo intero attraverso la sua attenzione e generosità verso i più deboli e questa Casa ne è l’esempio”.
Lucia Genestreti