Perplessi. Direi che lascia perplessi la lettura dell’ultima fatica letteraria di Michele Marziani Barafonda (edizioni Barbès) sperimenta uno sprofondamento e un capovolgimento di verso che non riesce del tutto. La storia si presenta in modo lineare. Un rinomato pediatra di una città di mare viene scoperto truffaldino. L’esercizio della professione, infatti, non è mai stato bollato dal sigillo della laurea e beccato nel dolo Franco Botteghi viene smascherato, svestito del camice e portato su pubblica piazza a mostra del suo inganno. La galera, la separazione dalla moglie, l’impoverimento e l’incapacità di reagire, lo relegano in uno stato di degrado. Lascia una calda casa borghese per vivere in un capanno lungo il fiume e si ritrova a dover fare giornata “servendosi” di migranti che lo portano per mare a pescare di frodo. “Servendosi”, proprio così. Perché il mancato pediatra si illude (o per lo meno lo scrittore prova a illuderlo) di sfruttare queste persone per sopravvivere. Di fondo rimane una sua “borghesità” che non si cancella. Botteghi non prende mai il volo. Vorrebbe essere razzista ma lo è solo a parole e mai nei fatti, vorrebbe essere cinico e cattivo ma poi si perde in sentimentalismi che lo portano a elucubrare su una zuppa di verza che preparava una vecchia nonna sul lago. Chi è veramente Botteghi? Un personaggio mal riuscito? Oppure un uomo dei nostri tempi? Dicotomico, scisso,schizofrenico e perfetto nella sua solitudine? Tragico lo è di sicuro. Si lascia consumare, infatti, da una malattia che lo stremerà. Il contatto con le onde lo porteranno a capire il senso vero, il gusto di una nuova vita e forse una libertà mai conosciuta in precedenza. Mai, perché costretto dalla paura che qualcuno scoprisse che fosse altro da quello che lui, non solo appariva ma anche, sentiva di essere. Alla fine non si capisce bene se ha capito, cosa ha capito e quando ha capito, il povero Botteghi! Bellissima, completa e perfetta è invece Camilla. La moglie del finto pediatra non ha una sbavatura. Lei è arrabbiata, delusa e frustrata. Si legge in ogni pensiero, in ogni azione, in ogni autonarrazione. Nel rapporto con i tre figli, nel portare avanti una vita che si è azzoppata ha ben chiaro chi è la fonte della sua catastrofe: Franco Botteghi. Lo odia, non lo nasconde nemmeno ai figli, nemmeno in quella ipocrisia che spesso i genitori separati usano per proteggere i figli. È bella, crudele, arrabbiata e credibile. Vale la pena leggerlo, Barafonda. È romanzo maturo e ben scritto. Alla fine conoscerete pure voi il Franco Botteghi, ex pediatra e chi vi parrà d’essere.
Angela De Rubeis