L’America gioca la carta del gas naturale, ma sarà tutto oro? Gus Van Sant, il regista di Elephant e Milk viaggia nella parte più profonda e rurale degli Stati Uniti con Matt Damon (che torna a lavorare con lui anni dopo Will Hunting) e Frances McDormand, incaricati da una potente multinazionale da 9 miliardi di dollari di convincere i proprietari dei terreni ad accettare la trivellazione per ricavare la preziosa fonte d’energia. I due sono abili e la prospettiva di un forte gruzzolo di denaro fa gola a molti, ma c’è chi nicchia e si informa, così i due “emissari” devono fare i conti prima con un battagliero vecchietto (Hal Holbrook) e poi con un ambientalista (John Krasinski) impegnato in una campagna contro l’attività della holding. La missione nel “tranquillo” paese di campagna si rivelerà più complicata del previsto e Steve arriverà a conoscere i retroscena del suo lavoro, davanti alla potenza inarrestabile della sua società.
Promised Land è la storia ideale per questi tempi di crisi: nato da una storia di Dave Eggers, mette in scena la forza di una comunità e i dubbi di fronte ad una proposta che non pare avere falle nel suo sistema. C’è chi si lascia circuire dal “dio denaro” (uno degli abitanti appena firmato il contratto acquista immediatamente una lussuosa auto sportiva) e chi invece tentenna, creando ansia nell’abile Steve, l’uomo di punta della società, e tensioni di vario genere tra gli abitanti che iniziano a vedere più miraggi che realtà. Ma le sorprese non mancheranno. Il film, rigoroso e sensibile, mette in scena il legame con la propria terra e le proprie radici messo in crisi da un sistema che pone in svendita pezzi di terra che sono “pezzi di cuore” di ogni cittadino. Da segnalare la colonna sonora di Danny Elfmann.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani