La musica ha un linguaggio universale capace di unire al di là di ogni barriera: culturale, economica, geografica. È usata come strumento terapeutico, fa da base ad importanti avvenimenti e unisce popoli in guerra. È di questi giorni la notizia della cittadinanza onoraria palestinese ricevuta dal direttore d’orchestra israelo-argentino Daniel Baremboim per il suo costante impegno nel costruire pace attraverso la musica, facendo suonare insieme, nella stessa orchestra, maestri israeliani, palestinesi e di paesi arabi vicini.
Ma in che modo è garantito il diritto allo studio, nel nostro paese e a livello locale, di una forma d’arte tanto importante? Un giovane che oggi volesse intraprendere lo studio di uno strumento può farlo con facilità? E quali sbocchi professionali ha?
Per rispondere a queste domande ci siamo imbattutti in un mondo spesso complesso, dove la legislazione deve ancora sciogliere alcuni nodi e dove a mancare, soprattutto in periodi economicamente non brillanti come quello attuale, sono i finanziamenti. Ma vi sono anche molti risvolti positivi.
Procediamo con ordine.
Rimini ha il suo Istituto Musicale, il “Lettimi” attivo dal lontano 1825, “pareggiato” dal 2000/2001 ai Conservatori di stato.
Quindi in provincia la carriera musicale degli aspiranti musicisti è assicurata?
“Certo, a Rimini si può studiare musica da quando si hanno tre anni e nei corsi ordinamentali dai dieci anni, con il possesso della licenza elementare, fino all’università – spiega Enrico Meyer, direttore del liceo – al diploma tradizionale che si consegue dopo sette o dieci anni di studi (dipende dallo strumento), si può aggiungere in seguito, se si è anche in possesso di un diploma di maturità, il diploma accademico di secondo livello che corrisponde al biennio di specializzazione delle altre lauree”.
Sono in molti a frequentare i corsi di studio?
“Abbiamo moltissime domande e anzi direi che sono in aumento. Da sempre i più richiesti sono i corsi per pianoforte, violino e chitarra, ma suscitano interesse anche gli strumenti a fiato e gli altri strumenti. Attualmente gli iscritti all’Istituto per conseguire il diploma tradizionale sono 130 mentre una ventina quelli che frequentano il biennio universitario”
Le rette si aggirano intorno ai 400 euro per quanto riguarda il primo e a 650 per il biennio. Ogni anno alcune domande di ammissione non possono essere accolte a dimostrazione del grande interesse che c’è verso la musica da parte dei ragazzi e delle loro famiglie. Far entrare chi resta fuori significherebbe avere un maggior numero di insegnanti. Ed il motivo è lo stesso per cui finora non sono stati istituiti gli ormai tanto decantati ‘nuovi licei musicali’: la cronica mancanza di finanziamenti da parte dello Stato ma anche delle Amministrazioni locali che devono fare i conti con bisogni più urgenti.
Intanto però chi ha la passione per la musica si ingegna come meglio può, facendolo come seconda attività, studiando di sera e facendo sacrifici.
Ma dopo il lungo percorso di studi che spesso occupa lo studente molte ore è ancora possibile ipotizzare una professione da musicista a tempo pieno?
“Visto che molte orchestre hanno chiuso i battenti e nella scuola con i tagli al personale le assunzioni diventano sempre più difficili, verrebbe da dire che le speranze sono poche – rispondono più o meno coralmente tutti i musicisti interpellati – ma poi dipende dalla persona. Certamente per emergere occorre avere talento, volontà e la capacità di diventare imprenditori di se stessi e di sapersi vendere. Il più delle volte per riuscire a mantenersi, chi fa il musicista di mestiere, si industria in mille lavori diversi, prendendo per buona anche la più piccola richiesta di collaborazione o sostituzione dell’ultimo momento. Di tempo libero ne resta poco ma per chi ama la musica questo non pesa poi tanto”.
In conclusione possiamo dire che a Rimini la possibilità di imparare a suonare uno strumento c’è, oltre ai corsi del Lettimi (che affianca ai corsi ordinamentali che portano al diploma una serie di altri corsi liberi dalla propedeutica al metodo Suzuki per i giovanissimi, all’arpa al mandolino e al jazz) vi sono un’infinita varietà di corsi organizzati dalle associazioni e scuole private più svariate.
Silvia Ambrosini