L’integrazione studia sui banchi

    In un’epoca segnata da flussi migratori in costante crescita, la scuola riflette i mutamenti sociali del nostro tempo ed è chiamata in prima linea ad affrontare la delicata ricerca di un equilibrio tra culture diverse nel nome dell’integrazione.
    Proprio questo argomento è stato al centro di un seminario nazionale dal titolo «Dirigere le scuole in contesti multiculturali», andato in scena a Riccione. Oltre duecento i Dirigenti scolastici presenti che si sono confrontati a lungo sulla tematica. Un argomento, quello dell’integrazione, molto sentito anche a Rimini e più in generale in tutta la sua provincia.

    Un po’ di numeri
    Del resto basta dare un’occhiata ai numeri per capire il perché. Gli studenti stranieri nell’anno scolastico 2008-2009 erano 4.955, 1.318 dei quali nati in Italia. I paesi di provenienza più rappresentati erano Albania (816), Romania (352) e Cina (255), seguiti da Ucraina, Macedonia e Marocco. Dei 4.900 alunni di cittadinanza non italiana, 692 frequentavano la scuola dell’infanzia; 1.542 la scuola primaria; 956 la secondaria di primo grado e 1.765 la scuola secondaria di secondo grado. Quest’ultimo, in particolare, è l’ordine scolastico con la maggiore percentuale di studenti stranieri: il 13.7% contro l’8.4% della scuola per l’infanzia, il 10.8% della scuola primaria e l’11.5% della scuola secondaria di primo grado. In media la quota di alunni non italiani nelle classi della provincia è dell’11.3%. La situazione si capovolge se guardiamo la presenza di stranieri nati in Italia: la maggior parte di essi si concentra nella scuola dell’infanzia (71.1%) e diminuisce fino al 2.9% della scuola secondaria di secondo grado (studenti non italiani nati in Italia per 100 iscritti non italiani). La scelta della scuola superiore rispecchia l’andamento a livello nazionale e regionale: sui 1.765 ragazzi non italiani presenti in quest’ordine, 408 sono inseriti nei licei, 660 negli istituti tecnici, 611 in quelli professionali e 86 nell’istruzione artistica.

    L’esperienza
    Insomma, i banchi riminesi parlano sempre più straniero. Soprattutto quelli della scuola media statale «Alighieri-Fermi» di Rimini diretta dal professor Fabio De Angeli che ne conta ben 183 su un totale di mille alunni. Vale a dire circa il 18%, nettamente superiore alla media provinciale che si attesta sulll’11.3%. Qui, nel 2005, è nato il progetto Insieme per l’accoglienza, che da allora si è ampliato e arricchito. Dura un anno, inizia a settembre con l’accoglienza dell’alunno e si conclude con il primo anno di frequenza. Il professor De Angeli e la referente del progetto, Simonetta Baffoni, spiegano come il progetto veda in scena diversi attori: docenti, genitori, personale ATA e mediatori culturali. Tutti insieme per facilitare l’ingresso a scuola degli studenti non italiani, aiutarli ad apprendere l’italiano, coinvolgere le famiglie.
    Il lavoro viene pianificato dalla Commissione di Accoglienza composta da 8 docenti, che cura la programmazione del progetto, ne coordina le fasi, prepara il materiale bilingue, pianifica incontri con la famiglia e i rapporti con l’ente locale. Da settembre a gennaio, si attiva il laboratorio linguistico. Ogni mattina per 3 ore insegnerà l’italiano agli studenti: prima il linguaggio della comunicazione poi quello dello studio, con la mediazione di tutor alunni stranieri della scuola e mediatori linguistici. Per le due ore residue i ragazzi vengono inseriti in classe con una programmazione ad hoc.
    Da febbraio a giugno, invece, i ragazzi passano la mattina in classe e proseguono il perfezionamento linguistico per 4 ore a settimana grazie a un laboratorio pomeridiano che vede la compresenza di studenti italiani e stranieri.
    Non solo attività didattiche: il progetto prevede anche momenti di socialità, un coro multietnico e, a fine anno scolastico, la settimana dell’intercultura con spettacoli, mostre e proiezioni cinematografiche a tema sull’intercultura.
    “Il progetto è buono e i risultati si vedono – sottolinea De Angeli – ma bisognerebbe mettere in campo più risorse economiche e umane. Siamo in un momento di difficoltà, i tagli alla scuola e ai Comuni ci hanno tolto molte risorse. Per il momento riusciamo a utilizzare fondi per l’integrazione di cittadini stranieri, ma è difficile reperire personale esperto senza organico”.
    Un’ultima considerazione, la professoressa Baffoni la dedica ai mediatori culturali.
    “Sono figure fondamentali, non solo traduttori di lingue ma intermediari preziosi nel rapporto con gli studenti e soprattutto con i loro genitori”.

    Romina Balducci