Termovalorizzatore? Sì grazie. Aumentano i rifiuti da bruciare. Nulla di scandaloso se non fosse che crescono pure i rifiuti destinati al riciclo. Allora perché due più due non fa quattro? Ovvero, perché potenziare l’inceneritore con la nuova linea 4 di Raibano (frazione di Coriano) quando aumentano anche i volumi della raccolta differenziata? E perché i rifiuti urbani e speciali sono cresciuti del triplo rispetto al 2008? Per produrre energia e calore – come permette di fare la quarta linea – bisogna bruciare tanto: il gioco vale la candela? Insomma, la logica ci dice che più differenziata si fa e più si azzerano i rifiuti, ma forse non funziona proprio così.
L’abbiamo chiesto al Gruppo Hera Spa il 10 giugno, ma a distanza di quattro giorni, nonostante le nostre sollecitazioni, non abbiamo ricevuto nessuna risposta alle nostre domande. L’articolo, quindi, è uscito con i dati e le testimonianze da noi raccolte. Ci auguriamo, nel prossimo numero, di poter dare voce anche alla controparte.
I dati di Hera
Nel primo trimestre del 2011 la raccolta differenziata è salita al 59,3%. Un trend assolutamente positivo che prevede, secondo le direttive europee, il raggiungimento del 65% entro il 2012. Non cessa di diminuire però la raccolta complessiva di rifiuti urbani che dalle 258mila tonnellate del 2008 è salita a 271mila tonnellate nel 2010 (+5% circa). Nello stesso periodo aumentano anche i rifiuti, urbani e speciali, che arrivano all’inceneritore, o termovalorizzatore, di Raibano. Ma l’aumento è di gran lunga superiore a quello della raccolta complessiva di immondizia generata in provincia: 109mila le tonnellate bruciate nel 2010 rispetto alle appena 37mila del 2008 (+66%).
Non solo. Salgono anche le tariffe: i costi del servizio Hera per un cliente medio, al 2010, sono di 217 euro, solo 2 anni prima erano 204,17 euro, ovvero 13 euro in più rispetto a quelle del 2008. Cosa c’è che non va? L’anomalia proviene dal Bilancio di Sostenibilità 2010 presentato a Ravenna i primi di giugno, ovvero si tratta di dati che la stessa Hera ha fornito.
“Proprio il potenziamento e il grande investimento fatto al termovalorizzatore di Raibano lasciano pensare che non c’è alcuna intenzione di diminuire i rifiuti da bruciare”, spiega Andrea Bascucci, presidente di Federconsumatori Rimini . Dal 2010 a Coriano è in funzione la nuova linea 4 avviata con la dismissione delle vecchie linee, 1, 2 e 3. Secondo gli addetti, il progetto di ammodernamento consente il risparmio di 18.500 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) all’anno con produzione di energia elettrica e calore. Ben venga, ma a quale costo?
Quelli indifferenziati
A destare maggiore attenzione è l’aumento dei rifiuti indifferenziati bruciati. Com’è possibile chiede Federconsumatori? “Nel tempo si dovrebbe arrivare a rifiuti zero e invece accade il contrario – osserva Bascucci – Aumentano i rifiuti urbani e oltremodo quelli speciali. Purtroppo Hera è una società per azioni quotata in borsa e per questo motivo ha bisogno di fare utili. Il vero business dei rifiuti sta in tre fattori che da tempo facciamo presente: la produzione, il trasporto e lo smaltimento dei rifiuti”.
Il dato sopra citato ha già una sua cronistoria a livello nazionale quando dal 2004 al 2008 i rifiuti trattati da Hera Ambiente in impianto “Waste to Energy” per essere “valorizzati”, sono passati dalle 451mila tonnellate del 2004 a 622mila del 2008 (+38%). L’affondo di Bascucci, già fatto durante la trasmissione dei primi di giugno, Diritto e Rovescio di Icaro tv, non ha smosso Edolo Minarelli, direttore Hera Rimini, che ha ribadito l’enorme successo raggiunto in provincia con la differenziata, tralasciando, però il dato sulle tonnellate di rifiuti bruciati.
La bolletta scotta
Altro tema caro ai cittadini è quello delle bollette. Anche in questo caso l’anomalia è evidente, secondo Federconsumatori: le tariffe sono in costante aumento (+13 euro rispetto al 2008) e ancora sono calcolate secondo un consumo presuntivo. Finora, però, non c’è nessun incentivo a premiare il reale consumo. Perché? Minarelli da parte sua denuncia una mancata politica di uniformità a livello territoriale, ovvero costi e ricavi vengono calcolati a livello di bacino su tre diverse fasce: mare, monte ed entroterra e per ora, fare diversamente, è difficile.
L’investimento
Il nuovo termovalorizzatore, “il primo di questo genere” ci dicono da Hera, oltre a bruciare rifiuti, permette di ottenere energia elettrica e calore da cedere alle abitazioni vicine. Questi i primi vantaggi della quarta linea. Non solo. Un ottimo riscontro sarebbe quello ambientale, con una diminuzione del CO2 e un monitoraggio costante della qualità dell’aria. I dati del Bilancio 2010 non dicono il contrario, i valori sono piuttosto bassi. Non tutti sono d’accordo: la termovalorizzazione, infatti, trasforma i rifiuti in una composizione chimica differente, rendendoli, a detta anche di alcuni esperti, anche molto più pericolosi rispetto a quelli di partenza: scarti, fumi e polveri di scarico che andranno in atmosfera, ceneri nocive in discariche speciali, acqua di scarico inquinate da trattare… Insomma, una macchina piuttosto complessa che non trova una reale risoluzione, nemmeno nell’inceneritore più evoluto come quello di Rimini che, con la quarta linea, garantisce l’abbattimento degli inquinanti. “Il fatto stesso che il nuovo inceneritore venga reclamizzato è sbagliato. Stando alla raccolta differenziata non se ne dovrebbe più parlare, è una tecnica superata e sempre più dannosa”, tuona Onide Venturelli, responsabile del Forum Ambiente di Rimini. Secondo Venturelli, “il nuovo impianto, pubblicizzato anche come produttore di energia e calore, non fa pareggiare i conti: è più il costo per far funzionare l’intera macchina che l’energia che se ne ricava. Per non parlare dell’aumento dei rifiuti speciali, che non sono soggetti alla pianificazione da parte degli enti e che quindi, di solito, raggiungono grandi quantitativi”.
La domanda che porgiamo a Hera nel nome della trasparenza però resta: cosa brucia nel termovalorizzatore?
Marzia Caserio