Stravagante, originale, estrosa, insolita, a volte geniale. L’Arte, da sempre, è in grado di creare comunicazione, spettacolo, bellezza, emozione. E diviene custode del pensiero artistico contemporaneo, sempre in evoluzione. Ad aprire la stagione espositiva del Museo della Città a Rimini è la “BG3-Biennale Giovani”, la Mostra organizzata dall’Accademia di Belle Arti di Bologna, con il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia Romagna assieme a quello di Rimini e la collaborazione dei Musei Comunali. Curatori dell’evento Renato Barilli, Guido Bartorelli e Guido Molinari.
Stili diversi
La Biennale Giovani ha il sapore della novità, è come intraprendere un viaggio tra stili e diverse interpretazioni dell’arte. “In questo momento storico – afferma il critico Barilli – il flusso di artisti «a ondate» è ben al di là del ritmo generazionale. Un tempo si sondava lo stato dell’arte ogni 20 anni, adesso basta lo spazio della Biennale per assistere al nascere della Nuova Creatività Italiana che, fra i giovani, è eccezionale”.
Giovani artisti quanto? “L’età media dei ventotto partecipanti alla Mostra è 30 anni; tutti provengono da prestigiose accademie italiane. Tra questi almeno una decina sono donne. – rimarca Barilli – È un dato assolutamente nuovo; nell’Avanguardia del ‘900 le donne erano rarissime, era un’arte povera di idee femminili. Ora le donne sono in pole position: è una prospettiva splendida”.
Dove si formano i nuovi talenti? “I veri opifici della creatività sono i laboratori delle Accademie – precisa ancora Barilli –La Biennale offre prospettive eccellenti ai giovani artisti che cercano di affermarsi. Il lavoro artistico oggi stenta a progredire, a svilupparsi, per questo si cercano nuovi modi e nuovi spazi per accogliere il linguaggio delle nuove generazioni. L’Accademia, da sempre incubatrice della produzione creativa, è propositiva in questo”.
Se tempo fa l’Assessorato alla Cultura distribuiva a pioggia le risorse in tutto il territorio regionale, oggi per organizzare la Biennale è stato dato un contributo di 12.000euro. L’organizzazione aveva questo paletto, gli artisti si son dovuti “sacrificare”, non pretendendo assicurazione e organizzando il trasporto.“Noi tre curatori non abbiamo percepito alcun compenso” assicura Barilli.
Quale espressione artistica prediligono i nuovi talenti? Non c’è più una tendenza dominante; se ieri governavano il Concettuale, la Body Art, la Fotografia, oggi – avverte Barilli – “nel corridoio centrale di questa bellissima suite, una delle più ampie in Italia, assistiamo alla rinascita della Pittura, con belle realizzazioni, che non hanno più la forma del vecchio quadretto su tela, ma nascono in grandi formati come Wall Painting, Muralismo o Graffittismo, tendenze più che accettabili”. Accanto al ritorno della pittura, che domina il corridoio, c’è la persistenza della Fotografia; tre, quattro artisti si esprimono con essa. Altra modalità; “Sta trionfando l’Installazione; gli artisti collocano personalmente le opere e gli oggetti nello spazio loro dedicato; questo perché occorre tener conto della corrispondenza al sito. Le installazioni stanno acquisendo sempre più carattere soft”.
Una scelta che si inserisce a pieno titolo all’interno dell’attuale dibattito culturale che, non solo nell’Arte ma anche nella tecnologia, si dialettizza tra due poli: la Softenss (soffice, morbido) e la Hardness (il rigido) il geometrico. Per Barilli “Stiamo assistendo al ritorno pittorico, all’affermazione delle Installazioni, a chi lavora sulle opere cercando di recuperare doti di manualità, di intraprendenza addizionale, di delicatezza cromatica; la bilancia ora pende dalla parte Soft piuttosto che Hard, ma il momento è ricco di possibilità”.
Il “Carotaggio”e l’ Identità
“Il periodo è di grande fermento artistico, di grande ribollìo – afferma Bartorelli – Siamo pervenuti alla selezione di questi giovani artisti puntando sull’esemplificazione; abbiamo operato un «carotaggio» del terreno artistico. – precisa – Se un tempo avevamo una visione completa ed esauriente della giovane arte, oggi il panorama è fluido; ogni anno escono nuovi nomi interessanti e occorre procedere ad un campionamento, al cosiddetto«carotaggio». Operiamo una selezione di quel che succede in una zona. Risaliamo al percorso formativo degli iscritti in Accademia e cerchiamo di conoscerli per capire quali sono i più significativi, coloro che vogliamo proporre. Una Biennale non punta ad essere esaustiva, ma esemplificativa”.
“Il perno dell’artista è l’identità. – aggiunge Molinari – Tempo fa c’è stata un escalation, abbiamo pensato ad una progressione; ogni generazione d’artista gratta via delle cose, ne aggiunge di altre (dai Simbolisti a certe figurazioni dell’Espressionismo, Cubismo, Astrattismo) ma in realtà è la tradizione del ‘900 a cui ci si rifà, che ancor oggi si può ripercorrere e attraversare, per estenderla e renderla capillare. Ognuno di questi giovani ha qualcuno cui ispirarsi; non ci sono artisti di rottura, questi sono talenti che lavorano con una tradizione alle spalle”.
Laura Carboni Prelati