L’affido, magnifico gesto d’amore

    Vengono dati in “dono” a papà e mamme che li accolgono nelle loro case. In provincia di Rimini, nel 2009, sono stati 168, il 28% in più dello scorso anno (120). L’obiettivo è farli tornare dai genitori naturali. “Donare la vita per qualcuno ti riempie anche se i dolori non mancano”. Stiamo parlando dei bambini dati in affidamento.

    Cos’è l’affido
    L’affido è un istituto giuridico nato circa 25 anni fa, ma ancora poco conosciuto. La Provincia, insieme all’Ausl e ai Comuni del territorio, ha avviato, dal 2005, una campagna di sensibilizzazione, con il finanziamento della Regione, per creare una cultura dell’affido, informando sull’argomento e sui valori che ne sono alla base: accoglienza, sostegno alla genitorialità e solidarietà. Non si tratta, quindi, di adozione. Consiste, infatti, nell’accoglienza temporanea di un minore presso una famiglia diversa da quella naturale, nei casi in cui i genitori attraversano una situazione di difficoltà e non sono in grado di prendersi cura del figlio in modo adeguato. L’affido in famiglia, rispetto alla collocazione del minore nelle strutture, dà la possibilità al bambino di continuare a vivere in un ambiente intimo, circondato da adulti di riferimento che lo accompagnano per un periodo, garantendogli cura, affetto ed educazione.
    “L’affido famigliare rappresenta uno dei più grandi e faticosi gesti d’amore che possiamo compiere verso i bimbi in difficoltà – sottolinea Mario Galasso, assessore ai Servizi sociali di via Dario Campana – grandi perché vanno ad incidere in positivo in un momento difficile del bambino e della famiglia di origine, faticosi perché presuppone una gratuità assoluta, visto che scopo dell’affido è il ritorno alla famiglia naturale. È un servizio che sta crescendo moltissimo e sul quale nel nostro territorio sono presenti sensibilità ed associazioni di assoluto livello. Purtroppo crescono anche i problemi e il numero delle famiglie in difficoltà”.

    I dati
    Secondo l’ultima rilevazione del Centro nazionale di documentazione per l’infanzia, in Italia sono oltre 32mila i minori allontanati dalla famiglia d’origine. Di questi, 16.800 (il 51%) sono in affido famigliare, mentre i restanti vivono in strutture residenziali. A dicembre 2008, in Emilia Romagna, erano 2.765 i minori fuori della famiglia, di cui 1.283 in affido e 1.482 in struttura. Nella provincia di Rimini, i minori accolti in affidamento familiare sono attualmente 168, mentre i minori accolti nelle strutture sono 298. Di questi ultimi, però, il 50% potrebbe essere affidato e trovare una famiglia nella quale stare finché i genitori ritrovino le condizioni idonee ad occuparsi del figlio.
    Il Distretto di Rimini (che comprende la città più tutti i comuni della zona nord) si sta attualmente occupando di 98 minori, di cui 70 a Rimini, 12 a Santarcangelo, 7 a Verucchio, 3 a Poggio Berni (un dato altissimo rispetto al numero di abitanti), uno a Bellaria, più un apolide e 4 provenienti da altri territori. Grazie alla rete che è stata creata, l’affido in questa zona è passato dai 58 casi del 2009 agli attuali 98.

    Le cause d’affido
    Nella maggior parte i bambini vengono dati in affido a causa di disagio famigliare (49 casi); in 18 casi il disagio famigliare è accompagnato da dipendenze patologiche, mentre in 14 casi il disagio è psichico. Soltanto in un caso, la causa è la trascuratezza, mentre è assente (per fortuna) l’abuso. La maggior parte dei bambini affidati (44) sono in età da asilo nido o da scuola materna, mentre 34 sono i bimbi che frequentano le elementari e 20 i ragazzi che vanno già alle medie o alle superiori. Una nota di merito è l’incremento del contributo economico che le famiglie affidatarie ricevono per i ragazzi che accolgono: da 400 euro al mese del 2008, si è passati a 500 euro, 700 se il bambino ha delle disabilità “non è un pagamento, ma un riconoscimento di spese vive”, specifica Micaela Donnini, coordinatrice del Modulo Tutela. In totale, il Comune di Rimini, ha stanziato 260mila euro per le famiglie che si dedicano all’affido.
    La spesa per i piccini affidati nel Distretto di Riccione (che comprende la città più tutti i comuni della zona sud), invece, è stata di 78mila euro, “ma sulla cifra pesa un minore con gravi problemi, che deve necessariamente rimanere in struttura e non può essere affidato ad alcuna famiglia e che ha un costo complessivo di 320 euro al giorno”, spiega l’assessore della Perla alle Politiche sociali, Ilia Varo. Il Distretto sud nel 2009 ha dato in affido 70 bambini, di cui 19 a Riccione, ben 11 a Misano, 7 a San Giovanni in Marignano, 4 a Morciano e 3 a Mondaino. L’età media dell’inizio degli affidi è di 6/7 anni e come per Rimini, anche a Riccione la causa che determina l’affido è soprattutto il disagio famigliare, ma in 4 casi si è trattato di trascuratezza e in un caso di abuso.
    “La strada dell’affido non è percorribile in tutti i casi – spiega la Donnini – i ragazzi che hanno subito violenze o abusi devono essere seguiti da una struttura che garantisca loro il sostegno psicologico necessario”.
    Il tipo di affido può essere residenziale, se il bambino vive con i genitori affidatari giorno e notte, pur mantenendo rapporti con la famiglia d’origine, oppure diurno, nel caso in cui il bambino trascorra con la famiglia affidataria soltanto parte della giornata, ma alla sera torna dai suoi genitori naturali “perché un bambino può aver bisogno di un supporto anche solo per alcuni giorni alla settimana o alcune ore del giorno” spiega Varo. Sia nel Distretto di Rimini sia in quello di Riccione prevale il tipo di affido giudiziale (cioè l’affido avviene senza il consenso dei genitori naturali) residenziale. “Un ulteriore obiettivo per il futuro è quello di incrementare l’affido consensuale e quello diurno” chiarisce l’assessore. L’affido può essere effettuato da coppie sposate o conviventi, con o senza figli, e anche da single. Non c’è un limite d’età. Ciò che è fondamentale, e che la Donnini evidenzia, è che “in ogni caso, i genitori affidatari sono sempre seguiti e aiutati dai servizi sociali dell’Ausl e non vengono mai lasciati soli”.

    L’iniziativa
    Proprio per incentivare l’affido, quest’anno la campagna promossa da Provincia, Ausl, Papa Giovanni e Famiglie per l’Accoglienza ha un titolo molto esplicativo «L’affido: risorsa preziosa per la comunità».
    Roberta Meda, della Papa Giovanni, racconta come la sua associazione “sia stata felicissima quando Provincia e Ausl hanno sposato il progetto dell’affido”. Infatti, un forte sentimento lega l’istituzione dell’affido e l’associazione, che aprì la prima casa famiglia a Coriano nel 1973, iniziando così la traduzione pratica della grande idea di don Oreste Benzi: «Dare una famiglia a chi non ce l’ha».
    “Don Oreste è stato un pioniere dell’affido quando ancora non esisteva nemmeno la legge – prosegue Roberta – infatti, se una famiglia in difficoltà si rivolgeva a lui, il don senza pensarci un attimo, anche se era piena notte, andava con il bambino in braccio dalle altre famiglie di suoi parrocchiani a chiedere se qualcuno poteva tenerlo per un po’ di tempo”.

    Una casa particolare
    A proposito di Papa Giovanni, da poco è stata inaugurata una nuova Casa Famiglia che si trova nei locali dell’ex residenza del custode del Municipio di Riccione. Attualmente ospita una famiglia sui generis: una madre affidataria single, i tre ragazzi che le sono stati affidati, e una madre naturale, ma il cui bimbo è stato dato in affido. La mamma affidataria è una 53enne che non si è mai sposata, non ha propri figli e ha deciso di dedicarsi agli altri attraverso l’affido e ora segue questi tre fratellini. Il più piccolo frequenta la I media, il secondogenito la II media, mentre il più grande, già maggiorenne, ha deciso di restare a vivere nel nucleo “affidatario”, sia per l’affetto che lo lega alla madre “acquisita”, sia per quello verso i fratelli. Sotto lo stesso tetto vive un’altra madre, una donna che ha un bambino e che sta cercando di superare le sue difficoltà, grazie anche all’istituzione dell’affido, che le permette di seguire il proprio figlio che trascorre con lei numerosi pomeriggi nel cortile del municipio, senza che gli manchi un’altra figura di riferimento.
    Insomma, una cultura, quella dell’affido, in crescita ma ancora poco conosciuta e la campagna di quest’anno, con incontri, spettacoli e film, si pone l’obiettivo di raggiungere il maggior numero di persone. Il programma prevede, oltre ad incontri informativi, anche lo spettacolo teatrale Un due tre… stella, domenica 11 aprile alle 21 al teatro “Corte” di Coriano e la proiezione del film-documentario La mia casa è la tua, il 9 aprile al cinema Tiberio di Rimini e il 22 aprile all’Astra di Misano.

    Genny Bronzetti