È appena arrivato al timone di Italia in Miniatura, e subito si è imbarcato sul “Fellini”. “L’aeroporto per Rimini e la Riviera non è un accessorio, ma un elemento strategico”. Parola di Giuseppe “Beppe” Costa, presidente e amministratore delegato di Costa Edutainment, la società che dopo l’Acquario di Cattolica, ha messo in fila anche Aquafan, Oltremare e Italia in Miniatura, ovvero la holding dei parchi. Costa Parchi ha immediatamente preso a volare con l’aeroporto di Rimini, andando ad ingrossare le file dei privati che non intendono tarpargli le ali.
“Costa Parchi è presente sul territorio e anche per questo ha tutto l’interesse che l’aeroporto di Rimini venga mantenuto. Si tratta di una struttura vitale per il territorio, il suo appeal e la sua economia. Il nostro gruppo ha acquistato spazi pubblicitari: si tratta di un interesse commerciale e di una strategia di marketing”.
Al suo arrivo a Viserba, Lei ha subito dichiarato che la viabilità è uno snodo decisivo anche per le sorti del turismo riminese.
“Lo ribadisco. Non a caso stiamo trattando con l’amministrazione riccionese la possibilità di dirottare alcuni trenini dalla zona mare alla collina di Aquafan e Oltremare. La velocità bassa evita qualsiasi tipo di impatto, d’altra parte la distanza tra i luoghi è minima: l’importante è non intercettare il traffico”.
D’accordo le strade, ma la raggiungibilità di un territorio non si può limitare all’asfalto.
“È indubbio che la terza corsia dell’autostrada ha sensibilmente migliorato l’accessibilità. Anche il traffico ferroviario è di buon livello. L’aeroporto resta però uno scalo insostituibile: Rimini e la Riviera devono essere ben collegate ai cieli d’Italia e del resto dell’Europa. Il turista che ha maggiore disponibilità finanziaria sceglie volentieri l’aereo, gli stranieri soprattutto. Quello straniero è un segmento sul quale anche Costa Parchi punta moltissimo (sono reduci da un viaggio di lavoro in Russia, ndr), dunque è importante fare sinergia per far volare il «Fellini» come merita”.
E come merita?
“L’aeroporto di Rimini non deve solo rimanere aperto ma svilupparsi. Genova, ad esempio, è uno scalo adeguato al contesto in cui opera, ma non c’è sviluppo, non è sostenuto da una cultura imprenditoriale quanto piuttosto da un indirizzo di mantenimento. Rimini deve muoversi in tutt’altra ottica”.
Peccato che i tempi del bando si allunghino pericolosamente. Il «Fellini» vede allontanarsi una soluzione rapida.
“Purtroppo i tempi si dilatano, e forse solo in piena estate si conoscerà meglio il futuro dell’aeroporto. Il rischio è di perdere il passo. I programmi con i tour operator, ad esempio, il Gruppo Costa li chiude a giugno. I tour operator chiedono certezze, altrimenti si rischia di racimolare solo briciole”.
Dott. Costa, lei cosa suggerirebbe?
“Il lavoro di squadra attualmente in atto è prezioso. Oltre al coinvolgimento prezioso dei privati, che mi pare stia portando i suoi benefici frutti, è però necessario che gli amministratori convoglino sull’aeroporto anche operatori. Grandi operatori. Corporacion America, ad esempio, il Gruppo multinazionale argentino, tra i primi al mondo nel settore, sta puntando al Sistema Aeroportuale Toscano lanciando Opa su Aeroporto di Pisa e Aeroporto di Firenze. Rimini merita un partner di peso”.
Sia sincero: ha mai utilizzato lo scalo riminese?
“Specialmente nei primi anni di gestione del parco di Cattolica, ho fatto scalo più volte a Rimini, anche per raggiungere più comodamente Roma, volando sia con Alitalia che in seguito con Darwin. Il mio voto al «Fellini» è sempre stato alto”.
Paolo Guiducci