Sono sedici i nuovi progetti selezionati e sostenuti dal Fondo Audiovisivo della Regione Emilia-Romagna. I contributi assegnati ammontano a 1 milione e 170 mila euro.
Sul bando nazionale sono 3 le opere cinematografiche finanziate, di cui 2 opere prime, cui si aggiungono 3 serie televisive, una di animazione e 1 documentario. Il valore complessivo delle opere è di oltre 30 milioni di euro, con un impatto sul territorio di circa 5 milioni di euro.
Tra i progetti delle imprese ‘regionali’ sono state selezionate un’opera cinematografica, 5 documentari e 3 cortometraggi, di cui due con tecniche di animazione, per un valore complessivo di quasi 1,7 mln di euro e impatto territoriale di 860 mila euro.
Ampio e variegato lo spettro delle opere selezionate per il bando nazionale, che incontra attori come Fabio De Luigi e Stefano Accorsi. Anche quello regionale ha evidenziato una notevole varietà, non mancano i documentari cinematografici, tra i quali Il pazzo di Dio, che racconta la storia di Don Oreste Benzi, un sognatore impegnato a cambiare il mondo. Il regista delle riprese Kristian Gianfreda, nasce a Rimini il 27 marzo 1971, dove vive tutt’ora con la sua famiglia. Si impegna nel sociale fin da giovane, nel 1997 conosce la Comunità Papa Giovanni XXIII di cui Don Oreste è fondatore, e anche a livello politico come consigliere comunale di Rimini.
Nel 2017 fonda la casa di produzione cinematografica Coffee Time Film, con sede legale a Rimini.
“A inizio anno sono iniziate le riprese del documentario ‘Il pazzo di Dio’, che avrà una durata di 90 minuti, lavoro che si protrae per tutto il 2023, con uscita prevista per inizio 2024”– afferma Kristian Gianfreda -.
Quali sono i luoghi dove ha girato le scene del documentario? E chi saranno gli attori?
“Le zone sono varie, da Chieti in Abruzzo, Roma, Rimini, fino a Waterford in Irlanda. Non ci saranno attori che recitano, perché è un documentario, ma saranno intervistate persone che hanno conosciuto da vicino la storia di Don Oreste Benzi e racconteranno la sua vita, per citarne uno Bruno Vespa”.
Come ha avuto l’idea di narrare attraverso il documentario la vita di questo sognatore impegnato a cambiare la società?
“Nel 2025 si festeggiano i cento anni dalla nascita di Don Oreste, per questa occasione volevo fare memoria su questo uomo che ha dato un contributo a livello umano molto forte alla nostra società e comunità, al servizio dei poveri e degli ultimi, ma soprattutto verso quelle donne costrette alla prostituzione”.
Come si sente, quali sono i suoi stati d’animo nel progettare il documentario Il pazzo di Dio?
“Mi sento a disagio a parlare di una persona morta, ho il timore che diventi un necrologio, mi troverei più a mio agio a realizzare un film con degli attori, che è in progetto. Ad oggi però, con il poco tempo mi dedico al documentario, e il lavoro fino ad ora realizzato tramite clip televisive prese anche dalla Rai e interviste fatte a personaggi conosciuti da Don Oreste, sono sorprendenti”.
Kristian descrive così la sua esperienza nel narrare attraverso un documentario cinematografico la vita di un uomo dalla personalità forte e carismatica, sempre al servizio della società e verso i più deboli.
Francesca Arlotti