È diventato Ironman a 50 anni. Così, dal nulla. Massimo Bersani, sammaurese, titolare della ‘Laser Team’, azienda che opera nel settore della moda, fino a qualche tempo fa, infatti, era un semplice sportivo che ogni tanto si dilettava in una pedalata. Poi, all’improvviso, gli è scattata la scintilla. Tutta colpa di Alex Zanardi.
Giusto?
“Giustissimo. Adesso non mi ricordo bene la data, ma era una sera di un anno e mezzo fa circa. Mentre guardavo la tv sono capitato su Rai3 dove Zanardi era il protagonista della puntata di Sfide. Raccontava della sua esperienza all’Ironman. Sono rimasto letteralmente affascinato e da lì mi è scattato qualcosa dentro”.
Dica la verità, però lei non partiva proprio da zero.
“Diciamo che nel 2006 mi sono avvicinato al mondo della bici e quindi quella era una disciplina alla quale ero abbastanza abituato. L’ultima nuotata, invece, penso di averla fatta a 14 anni e se non ricordo male non sono andato oltre gli scogli. Per non parlare della corsa, mai fatto neppure un chilometro. In pratica, bici a parte, ho iniziato tutto da zero”.
Come si è organizzato?
“Per prima cosa, pur continuando ad andare in bicicletta, ho frequentato un corso di nuoto in piscina con un istruttore e ho iniziato ad andare a correre”.
Scusi la domanda: ma con il lavoro come fa? Perché gli allenamenti non devono essere proprio brevi brevi nelle loro tempistiche.
“Non è facile. Assolutamente. Se non hai la passione che ti spinge, diventa tutto durissimo. Diciamo che dopo il lavoro cerco sempre di ritagliarmi due o tre ore, questo quattro volte a settimana. Il sabato e la domenica, invece, esco per quattro ore filate mentre il lunedì riposo assoluto. Questo nei periodi morti, sotto gara le ore aumentano”.
Mi dica se sbaglio: all’iroman di Cervia si è sciroppato 3.8 chilometri a nuoto, 180 in bici e 42.2 chilometri correndo in 12 ore e 37 minuti.
“Tutto verissimo. E badi che a parte due gare di triathlon su distanza olimpica, fino a Cervia non avevo mai fatto una gara di questo tipo”.
Senta e con l’alimentazione come fa?
“Mio figlio Francesco è un nutrizionista e quindi sono stato facilitato nel percorso. Comunque mangio di tutto. Quello che mi piace sottolineare è che non bevo alcol, a parte un bicchiere di sangiovese a mezzogiorno e non fumo”.
Chi l’ha seguita in questo percorso che a 50 anni non deve essere facile?
“Prima di tutto mia figlia Rossella. Per il resto ho seguito la tabella degli allenamenti trovata sul sito dell’Ironman”.
Tornando alla gara, era quello che si immaginava?
“Diciamo che gli ultimi dieci chilometri di maratona non sono stati facili. La stanchezza si stava facendo pressante, ma in quel momento il supporto dei miei figli e degli amici sono stati il carburante necessario per concludere la mia gara”.
Prossimi obiettivi?
“Mi piacerebbe continuare. Però il sacrificio fisico, mentale, famigliare e lavorativo è grande”.
ErmannoPasolini