Tutti gli anni si finisce per litigare. Una volta perché erano brutte e malandate, quest’anno perché qualcuno le avrebbe montate troppo presto. Le barriere antivento in spiaggia sono una necessità, eppure sono state oggetto di una perenne campagna avversa. Si è ritenuto di dover stabilire dei criteri estetici, ed effettivamente da quando sono più decorose le spiagge in inverno sono piene di gente che ci va apposta per farci i selfie davanti (sarcasmo). Io invece resto un tifoso delle barriere coi bistrattati pannelli di lamiera grezza, purché ovviamente non arrugginita: restituiscono a noi riminesi, che hai voglia a destagionalizzare ma restiamo gli unici fruitori della spiaggia in inverno, l’originario senso di artigianalità del nostro turismo. Che problema c’è a mostrare il proprio lato “povero”? Non propagandiamo forse in tutto il mondo la piadina, cibo povero per eccellenza? Qualcuno ha per caso mai proposto di togliere quei brutti puntini neri, che invece la più furba pizza nasconde sotto? Le bruciacchiature della piada, così come le lamiere, sono emblemi dell’origine della nostra industria balneare, nata da un popolo di contadini e pescatori che si sono rimboccati le maniche e hanno tirato su tutto con le loro mani. Quello che, tra l’altro, si vorrebbe far capire all’Europa che invece le spiagge le vuole assegnare tramite bandi. E allora lasciamo che i bagnini possano giocarsi il linguaggio universale della lamiera.