Investito su via Coriano a Rimini. Oltre un mese dopo quel 7 maggio, diventa pubblico un grave fatto accaduto alle 6 del mattino, mentre Giuliano Saponi andava a lavorare. L’inchiesta de ilPonte
Paura, impotenza, confusione, tristezza, rabbia e malinconia.
Forse queste sono le parole più adatte a descrivere il turbinio di emozioni che la moglie in primis, ma tutti i famigliari di Giuliano Saponi provano e sentono da oltre un mese.
Di cosa stiamo parlando? ilPonte, lo scorso 10 maggio, aveva pubblicato un articolo, sul suo sito, nel quale avanzava alcuni fatti strani legati ad un incidente avvenuto in via Coriano tre giorni prima, la domenica mattina.
Il malcapitato, che oggi ha un nome e un volto (nella foto), era stato ritrovato riverso in terra, accanto alla sua bicicletta elettrica, inerme e privo di conoscenza.
A raccontarci il fatto era stato un gruppo di pellegrini, capitanati da don Aldo Amati, presente anche un medico, che per caso, verso le 6.30 del mattino stavano passando proprio da lì, nei pressi del civico 151, mentre si stavano dirigendo a piedi a Montefiore.
“Era circondato dai sanitari del 118, che avevano tentato una manovra di rianimazione, apparentemente senza troppo successo” ci avevano raccontato e aggiunto: “quando siamo arrivati sul posto, a fatto già avvenuto, c’erano già due automezzi di soccorso.
Un’ambulanza che scendeva verso Rimini e un’auto medica. Erano come in attesa di istruzioni o delle forze dell’ordine. La vittima era a terra con ancora le piastre del defibrillatore attaccate sul petto”. Sì, perché ancora una volta per caso, un’ambulanza che stava rientrando dopo un altro intervento in zona, si era imbattuta nell’uomo ed era subito intervenuta.
Non essendoci alcuna notizia sui giornali del giorno seguente ci era stato chiesto di informarci meglio sul fatto. Ci eravamo subito mossi di conseguenza, interpellando per prime le forze dell’ordine che potevano essere state coinvolte nel registrare i fatti. Le risposte alle nostre domande, però, fluttuavano senza alcuna indicazione concreta. La polizia municipale di Rimini non aveva ricevuto segnalazioni in merito all’incidente, nemmeno quella di Coriano. Dunque ci eravamo indirizzati verso la sede centrale del 118, anch’essa ignara, che ci aveva tuttavia spiegato che se le testate giornalistiche non erano state avvertite, allora probabilmente la gravità del fatto non era alta. Neanche il comando provinciale dei Carabinieri aveva informazioni utili, anzi non gli risultava proprio alcuna notizia sull’argomento.
I misteri che aleggiavano al tempo del nostro primo articolo, erano numerosi. Ad oggi, alcuni di essi, seppur non tutti, stanno tentando di essere risolti e qualche altro dettaglio fondamentale è venuto a galla.
La famiglia dell’uomo infatti si è rivolta, dopo 20 giorni, agli avvocati Marco e Monica Lunedei, i quali hanno immediatamente coinvolto la Procura della Repubblica, dove hanno depositato una denuncia a carico di ignoti, per il reato di lesioni gravi.
Fascicolo nelle mani, ora, dello stesso procuratore capo Elisabetta Melotti.
Al vaglio della polizia stradale, sotto il coordinamento del sostituto procuratore Luca Bertozzi, vi sono anche i video delle telecamere di sorveglianza delle abitazioni nelle vicinanze del luogo del sinistro, così come la bicicletta utilizzata da Saponi quella mattina.
La possibile ricostruzione.
La vittima, Giuliano Saponi, è un 53enne che quella mattina, intorno alle 5.20, era montato in sella alla sua bici per recarsi al lavoro. Avrebbe dovuto iniziare il suo turno all’inceneritore di Coriano alle 6.00. Tuttavia, a 50 metri dal cancello di casa sua, veniva travolto da qualcuno.
“Le gravissime lesioni riportate dal ciclista al volto ed al cranio sono incompatibili con una caduta accidentale e fanno pensare ad un urto con un veicolo che procedeva ad elevata velocità o ad una feroce aggressione”, queste le ipotesi avanzate dai legali della famiglia di Saponi.
Al momento di certezze non se ne hanno, gli interrogativi sono ancora innumerevoli. Le supposizioni possono essere infinite. Fra le tante ipotesi, per esempio, quella che questa macchina non identificata stesse uscendo, vista l’ora, da un locale, dove si balla fino al mattino, che non dista troppo dal luogo del presunto incidente. La tesi dello scontro frontale comunque sembra essere quella che più si avvicina alla realtà, dati i referti medici che parlano di multiple fratture al cranio e al viso, i quali palesano, in maniera chiara, un urto violentissimo. Meno verosimile, al momento, l’ipotesi di un’aggressione, anche perché all’arrivo dei sanitari del 118 Saponi aveva con sé ancora tutti i documenti e il portafoglio. Segno comunque che, l’ipotetica aggressione, non aveva scopo di rapina. Ma cosa è successo davvero?
Il 53enne è ancora ricoverato in rianimazione ora all’Ospedale di Rimini, dopo un primo ricovero al Bufalini di Cesena. Tutto ciò che chiedono i famigliari, assistiti dagli avvocati Lunedei del foro di Rimini, è che chiunque abbia informazioni utili possa farsi avanti per avere più dettagli possibili e giungere alla verità. Forse nel silenzio di domenica all’alba, il rumore di un urto o uno scontro potrebbe aver destato qualcuno che, in dormiveglia, non ne ha colto subito il significato.
Ora, l’appello della famiglia – la quale ringrazia “ sentitamente chi potrà aiutarli a far luce sulla tragedia che l’ha colpita” – con l’invito a contattare per qualsiasi informazione il numero dello Studio Legale Lunedei allo 0541.793211.
Certamente quella mattina qualcosa è successo. E bisognerà venirne a capo.