Ha suscitato molto interesse la storia di Michele Focchi, l’ingegnere riminese intervistato da TRE-TuttoRiminiEconomia. La storia, per chi se la fosse persa, è quella di un giovane creativo e curioso, a tal punto da dover attendere che si istituisca un corso universitario che soddisfi appieno le sue inclinazioni. La robotica è il suo sogno e ben presto riesce a farlo diventare realtà. Michele lavora infatti da alcuni anni all’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, dove si è ben presto distinto. Nel biennio 2010-2012 ha presentato con il suo collega Guglielmino il brevetto mondiale di una microturbina. Un oggetto grande quanto una moneta da 1 euro capace di lavorare come sostituto di batterie o in sinergia con esse per generare energia. Questo perché si tratta di un dispositivo in grado di estrarre energia dai fluidi in pressione. Una bella storia, insomma. Ma l’ingegnere riminese avrebbe un altro bel sogno “Vorrei portare un polo di ricerca sulla robotica nella mia città, Rimini, in collaborazione con l’IIT di Genova”, racconta. Le premesse iniziali, interesse dell’IIT e di Confindustria, grande volontà di Focchi, ci sono, ma occorre ancora capire se il bacino industriale riminese è pronto e interessato a diventare un polo di sperimentazione. Sarebbe un gran peccato lasciarsi sfuggire una così bella occasione per il territorio.
Che noi italiani fossimo un popolo di inventori, nel nostro piccolo già lo sapevamo. L’Uibm – Ufficio italiano brevetti e marchi – elabora e presenta ogni anno i dati sulle domande per invenzione depositate. Nei primi otto mesi del 2013 i dati confermano stabilità nonostante la crisi. L’Emilia Romagna si piazza al secondo posto con 836 domande presentate dopo la “sempre prima” Lombardia (1.176). Nella classifica delle città di nuovo Milano (498) in testa con Bologna che segue (340). E Rimini? L’abbiamo chiesto a Maria Cristina Montanari dell’Ufficio brevetti e marchi della Camera di Commercio della città: “Al momento le proposte di brevetto e i modelli di utilità presentati sono in linea con il 2012. C’è da dire comunque che non vengono presentate invenzioni universali, ma tante piccole invenzioni utili soprattutto alle imprese. Si tratta di brevetti molto specifici e tecnici che si pongono come soluzione per problemi che possono sorgere durante la produzione nelle industrie o per facilitare il lavoro degli artigiani. Sono strumenti per il taglio delle piastrelle, dispositivi di sicurezza, molti utilizzano le energie rinnovabili e il fotovoltaico”.
Ma c’è una particolare settore che si sta ampliando nel riminese “Recentemente assistiamo al trend della registrazione di modelli, marchi e design. È in aumento per le linee di abbigliamento, soprattutto magliette con scritte e tagli particolari che vanno molto di moda”. E se sono le t-shirt, capi simbolo dell’estate, a dare una ventata di aria nuova, il periodo nel quale si concentrano le invenzioni è negli ultimi mesi dell’anno. “Ad ora abbiamo ricevuto circa 80 proposte (modelli di utilità e invenzioni), prevediamo che per la fine dell’anno saranno 120 circa. Novembre e dicembre sono solitamente mesi prolifici per i brevetti”. La Camera di Commercio fornisce l’assistenza burocratica per avviare la domanda di brevetto che poi passerà all’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi presso il Ministero dello Sviluppo per essere esaminata nel merito.
Una scuola che si è distinta nel preparare i “piccoli inventori” è l’Istituto tecnico industriale L. da Vinci di Rimini. Dal 2007, infatti, organizza il concorso interno alla scuola “Giovani inventori”: “Si tratta di un concorso che ci permette di selezionare le idee sulle quali lavorare e i progetti da presentare ai concorsi nazionali” spiega il Prof. Danilo Montani, referente del progetto “Inventare per crescere”. Sono molte le occasioni per i ragazzi di mettersi in gioco e provare a inventare nuovi dispositivi. “L’ultima invenzione che abbiamo presentato è stata il seggiolino anti abbandono, si tratta di un dispositivo che rileva quando un bambino viene lasciato solo in macchina, sul seggiolino, e si collega con il telefono cellulare del genitore. L’input che diamo ai ragazzi è quello di prendere sempre spunto dall’attualità per ideare oggetti di utilità pratica”, racconta Montani.
Molto seguito è il filone della sicurezza sul lavoro. “È l’esempio degli occhiali di sicurezza che spengono il macchinario utilizzato qualora vengano tolti o se ci si allontana dal posto di lavoro, o delle cuffie di sicurezza che arrestano il macchinario in caso di malore dell’operaio”. Invenzioni in salsa riminese che riscuotono successo, l’ultimo è il premio come miglior stand ricevuto dalla Fast (Federazione delle Associazioni scientifiche e tecniche), che organizza ogni anno per la Direzione Generale Ricerca della Commissione europea la selezione italiana del premio “I giovani e le scienze”, oltre al grande interesse dedicato dai media al seggiolino anti abbandono, definito come “invenzione lungimirante e intelligente”. E quando i soldi della scuola non bastano, le famiglie sono le prime a credere nei progetti e accollarsi i costi dei materiali. Forse farà specie a qualcuno vedere accanto ai nomi degli inventori anni di nascita come 1993 o 1995, ma se non si riparte dai giovani, chi può realmente innovare?
Melania Rinaldini