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Innamorati della poesia

Lettura e scritture di poesie sono gli ingredienti essenziali che verranno amalgamati dai ragazzi delle scuole superiori, sotto la guida di Sabrina Foschini, poetessa e critica d’arte riminese, nel laboratorio di poesia “Quale sarà il tuo verso?”, organizzato dalla Biblioteca Gambalunga di Rimini (info: 0541-704488). Tre gli appuntamenti in programma presso la sala Holden della Biblioteca. Il via venerdì 23 ottobre (dalle 14.45 alle 16.30), si prosegue venerdì 30 ottobre e 6 novembre. Troppo spesso si pensa che tra i giovani e la poesia corra una distanza abissale, ed invece non è così. Del resto, anche Isabella Leardini, riminese, vincitrice della XX edizione del premio Montale, alla XII edizione di Parco Poesia (nella foto), rivolgendosi ai giovani che scrivono e leggono poesia aveva detto: “Siate mitici, non abbiate paura di puntare in alto, di avere la pretesa di restare”.
Abbiamo incontrato Sabrina Foschini, che cura il Laboratorio del verso.

Qual è l’intento del laboratorio?
“Fare innamorare qualcuno alla poesia”.

Quali testi poetici farà leggere ai ragazzi?
“L’intenzione è di proporre soprattutto testi di autori contemporanei che sono quelli che i ragazzi conoscono meno, perché raramente si affrontano durante il percorso scolastico, ma non escludo di leggere i classici, o anche i poeti che si esprimono in lingua dialettale. La poesia non ha tempo, ha solo una data anagrafica, per il resto è eterna e per questa ragione si trovano ancora adolescenti che trascrivono versi di Saffo sui loro taccuini”.

I temi che verranno tratti nei tre incontri sono rispettivamente A come amore, A come amicizia, A come autobiografia. Perché questa scelta?
“Dovendo partire da tre incontri ho pensato di individuare delle categorie universali, il più possibile ampie, che si legassero ad un sentimento chiave e che permettessero di scandagliare le parole più tenacemente legate all’anima. Inoltre, quando si comincia a scrivere, inevitabilmente si attinge al proprio vissuto e l’autobiografia delle poesie è un passo quasi obbligato, uno scavo dentro di sé che a volte rivela verità inaspettate, o altrimenti taciute”.

I ragazzi possono essere educati alla scrittura, oppure è solo una questione di tecnica?
“Non intendo educare a scrivere. Vorrei dare loro degli strumenti per affrontare da soli l’impresa, o per accendere e confermare un interesse, una volontà che spero già posseggano. Il corso non è obbligatorio, quindi credo che a frequentarlo siano soprattutto dei ragazzi motivati da un germe, o da un dono che potrebbe anche rivelarsi duraturo. Ma mi farebbe piacere che anche quelli che sono semplicemente curiosi e che non sentono la poesia come una lingua familiare vengano a vedere cosa succede e magari decidano di tentare, anche solo per un tratto questa strada bellissima, chiamata poesia, dove le parole sono regine”.

Sara Castellani