L’istituzione vince l’ignoranza.
Occhi spenti e tristi, piedi scalzi, volti sporchi di fuliggine, arti segnati dalla fatica. Queste solo alcune delle caratteristiche che accomunano tutti i bambini protagonisti delle immagini di Lewis Hine, sociologo e fotografo statunitense che, fin dal 1907, ha focalizzato l’obiettivo della propria macchina fotografica sul lavoro minorile e sulle condizioni di schiavitù cui erano sottoposti i bambini degli Stati Uniti d’America. Scoperte per caso da Rodolfo Suppo, della Fondazione Alberto Colonnetti di Torino, le fotografie sono esposte presso la parrocchia San Giovanni Battista di Rimini, nell’ambito del Festival Francescano e del Mese delle famiglie del Comune di Rimini. La mostra, intitolata ‘’Infanzia rubata: Lewis Hine le immagini che turbarono l’America’’ e allestita fino al 15 ottobre, è promossa dalla Fondazione San Giuseppe per l’Aiuto Materno e Infantile ONLUS, che fin dal 1810 aiuta i bambini disagiati a crescere ed acquisire autonomia.
<+cors>“La nostra parrocchia ospita spesso mostre, proprio perché aiutano le persone a capire, a toccare con mano un argomento di alto valore morale e sociale” <+testo_band> ha spiegato don Salvatore Pratelli, parroco di San Giovanni Battista. Un argomento che, ancora oggi, ha costanti risvolti negativi: secondo l’ILO (International Labour Organization) sono oggi 20,9 milioni le persone vittime di lavoro forzato nel mondo, di queste 5,5 milioni sono minori. Bambini drogati per alleviare il dolore fisico causato dal lavoro, adolescenti attirate con la promessa di un lavoro e poi finite in strada: testimonianze che inducono a credere che non possa esistere uno spiraglio di luce. Ma una speranza c’è ed è tutta racchiusa in una delle celebri frasi di Nelson Mandela: ”L’istruzione è l’arma più efficace per cambiare il mondo”. La scuola rappresenta l’unica istituzione in grado di liberare i bambini dal peso dell’ignoranza. Sostenitori di tale tesi si sono rivelati anche i bambini dell’istituto comprensivo “A. Di Duccio di Rimini” che, insieme alla docente Rosanna Menghi, hanno curato ed illustreranno la sezione di attualità “Infanzia rubata… e ritrovata”, che espone tutti i lavori artistici realizzati dai bambini. Sara, un’alunna al terzo anno di scuola media, ha illustrato il lavoro che i bambini dell’istituto sono riusciti a svolgere in soli quindici giorni. “Attraverso le foto, abbiamo conosciuto la realtà dei bambini più sfortunati di noi, abbiamo provato con la nostra fantasia a dar loro un futuro migliore per rispondere alla domanda ‘Cosa ne sarà di loro?’ E abbiamo scoperto che alcuni dei nostri familiari da giovani conducevano una vita simile a quella dei bambini ingiustamente sfruttati. Alcuni erano spazzacamini, altri pastori, alti ancora minatori. Infine, ci siamo chiesti com’è la situazione oggi, se le cose siano davvero cambiate oppure no”. Analizzati i dati di alcune associazioni, come ad esempio Save The Children, i bambini si sono accorti così che la situazione oggi è un po’ più leggera, ma ugualmente grave.
Il loro percorso alla scoperta di un mondo per loro inesplorato ha toccato diversi ambiti, tra cui quello letterario: infatti, hanno analizzato capolavori della letteratura italiana da Rosso Malpelo di G. Verga a Chaula scopre la luna di L. Pirandello. Non meno importante il riferimento a Iqbal, il bambino che a soli quattro anni lavorava come tessitore di tappeti e che fu ucciso dalla mafia dei tappeti.
“Lavorare con i bambini mi ha fatto capire che il mondo è nostro, non solo nel male, ma anche nel bene. – sostiene la docente Rosanna Menghi – Per questo siamo responsabili del bene che facciamo, ma anche di quello che non facciamo”.
La mostra prevede anche un concorso rivolto agli studenti delle Istituzioni scolastiche primari e secondarie che dovranno produrre un elaborato. Gli elaborati primi classificati saranno pubblicati sul Corriere Romagna e sul settimanale il Ponte.
<+FirmaCoda>Francesca Barracca/ Elena Della Volpe