I tg dell’ora di pranzo non si sono indignati molto per quella vicenda in cui si parla di malati morti ammazzati col bisturi, tanto per far guadagnare soldi ai primari. La notizia milanese ha aperto il Tg2, è rimasta molto indietro in Tg5, Tg4 e soprattutto Tg1. Quando scoppiò, sempre nella Milano capitale morale, lo scandalo di “Mani pulite” ricordo che il servizio relativo, strillato giustamente in apertura dal Tg5 della sera, arrivò con calma dopo 20 e passa minuti sul Tg1. Per il bene che vogliamo a noi stessi, auguriamoci che sia tutto un abbaglio.
La notizia milanese di oggi dà fastidio su vari fronti. Dà fastidio a quanti vogliono che la sanità privata sia pagata con i soldi pubblici perché funziona meglio di quella pubblica.
Dà fastidio in essa il piccolo particolare delle intercettazioni telefoniche.“L’utilizzo delle intercettazioni è stato fondamentale per l’inchiesta perché gli indagati parlano in modo esplicito della necessità di operare per guadagnare”, hanno detto i pm Pradella e Siciliano. Circa l’aspetto economico sono state registrate conversazioni nelle quali “l’interesse remunerativo è subordinato all’interesse per il paziente”. Proprio in questi giorni si vogliono eliminare le intercettazioni da quasi tutte le indagini di polizia. Ha detto Antonio di Pietro: è una proposta criminogena. Ha ragione, una cosa è la tutela del segreto, altra è la necessità di acquisizione delle prove. Il ministro della Giustizia, dichiara: “Noi siamo per la limitazione dell’uso delle intercettazioni telefoniche e per il divieto di pubblicazione sui media”.
Dà fastidio che l’immondizia napoletana finisca per apparire uno zuccherino davanti ad accuse (ripeto: accuse) che spaventano nella loro formulazione giuridica. Si parla non soltanto di truffe, ma addirittura di omicidi. Tg1 e Tg5 hanno aperto con i mondiali di calcio. Ovvero con la più bella, acconcia, opportuna, necessaria ed infine ridicola sceneggiata di questo Paese diventato un mostro che spaventa.
Non ci piacciono gli “indignati speciali”, ma a volte sono necessari. Certo, era impossibile spendere due parole di condanna per una vicenda appena annunciata. Ma almeno metterla in apertura del Tg1, quello di maggior ascolto alla Rai, era un obbligo morale per i cronisti “pubblici”.
Antonio Montanari