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Inalberati

E ci sono quelli che è una vergogna spendere tutti quei soldi nelle luminarie quando si potrebbero dare ai bisognosi. In linea di principio una riflessione giusta, ma difficilmente applicabile in un territorio che però ha deciso di puntare anche sulle feste di fine anno come prodotto turistico (non facciamo gli ipocriti, chi spenderebbe soldi per andare in vacanza a Natale in un posto spento?). Ci sono quelli che a Santarcangelo se la prendono con l’albero cittadino che omaggia artisti ma non rispetta i canoni classici. E non è che basta disapprovare: è proprio “una schifezza”. Ci sono quelli che a Riccione si scannano per un albero addobbato dai piccolissimi ritenuto indegno del quartiere. Pensare a come migliorarlo valorizzando al contempo l’impegno dei bimbi?

Neanche a pensarci, si vorrà mica sprecare un’occasione propizia per insultarsi. E c’è quello green che dice che usare nelle piazze alberi veri è una vergogna, e c’è quello green che se la prende con gli alberi di plastica, dove andremo a finire con tutta questa chimica. Insomma, a Natale siamo tutti incarogniti. Col coltello ben stretto tra i denti invece che nel cotechino.