Fatima e Santiago. Ma anche Coimbra, Porto, Lisbona. Un’esperienza di fede e di preghiera, di cultura e di arte, di amicizia e di festa.
170 persone, alcuni gruppi parrocchiali, in pellegrinaggio diocesano guidato dal vescovo Francesco. Organizzazione, perfetta e impeccabile, dell’Agenzia Ariminum viaggi.
Perfino il tempo è stato favorevole, cosa insperata, essendo la seconda metà di ottobre. È piovuto, e anche molto; ma di notte, o… mentre eravamo in chiesa per la Messa!
I quattro gruppi si muovevano a volte insieme, per vivere i momenti comuni; altre volte separatamente, con i rispettivi sacerdoti e le esperte e simpatiche guide locali, soprattutto per le visite culturali.
Le sensazioni più forti sul piano spirituale sono state vissute a Fatima, come era facilmente prevedibile. Fatima è un luogo mariano nel quale si vive una preghiera tranquilla, come tranquilli sono il paesaggio e il villaggio che hanno visto le apparizioni della Madonna ai tre piccoli pastori, nell’ormai lontano 1917.
Si respira un’atmosfera serena, che favorisce la riflessione, la contemplazione dei luoghi e degli eventi che in essi si sono svolti, la preghiera personale e comunitaria.
La Messa nella Cappella dell’Apparizione, la preghiera davanti all’immagine della Madonna, così familiare anche nelle nostre parrocchie e nelle nostre case, la via crucis nei luoghi ove i tre fanciulli pastori, i “pastorelli”, conducevano le loro pecore, la fiaccolata serale nella immensa e tranquilla piazza della basilica e del nuovo santuario: momenti di preghiera intensa, “facile”. Una preghiera che sgorga quasi spontanea e senza forzature.
Fatima è un luogo ove si cerca Dio, ove si rafforza la devozione mariana, ove si ritrova anche la propria identità più vera e il senso e la direzione della propria vita.
Poi, in Spagna, Santiago: il “cammino” e la Messa solenne dei pellegrini presieduta dal vescovo di Rimini Francesco. Sorpresa! Francesco parla, e bene, anche lo spagnolo! E poi il “botafumeiro”, il grandissimo e pesante incensiere, pendente dall’alto della cupola, mosso da otto nerboruti addetti che gli imprimono un vertiginoso movimento a pendolo. Riti antichi, pieni di suggestione: anche le cose possono diventare preghiera, quando il cuore è disponibile.
Anima del pellegrinaggio è stato il vescovo Francesco, che come sua abitudine ha voluto condividere una giornata con ciascun gruppo. Le sue omelie hanno dettato il senso del nostro andare. La Messa, concelebrata dai parroci, è stata il cuore di ogni giornata.
Nei pullman ogni giorno – i trasferimenti erano a volte lunghi – la recita della liturgia delle ore aiutava a mantenere il clima di vero pellegrinaggio, l’andare verso un luogo “santo”, con lo scopo di incontrare il Signore.
Infine gli aspetti culturali e la gioia di condividere una settimana in fraternità e amicizia. Abbiamo percorso perfino un tratto di “cammino” di Santiago, l’ultima tappa di circa 6 chilometri. È stata una grande vittoria per chi, avanti negli anni e con qualche acciacco in più, ha voluto vincere la sua sfida percorrendoli per intero, magari appoggiandosi al bastone.
Le città – Coimbra, Porto, Lisbona, Santiago – sono ricche di storia e di splendidi edifici monumentali. Gruppi di noi hanno approfittato anche delle ore serali per godere la suggestione dei luoghi e dell’ora. Angoli medievali, quartieri rinascimentali, barocchi, neoclassici o liberty; ma anche modernissimi, come il Parco delle Nazioni, dove si svolse l’Expo di Lisbona nel 1998, con edifici avveniristici, opera di architetti famosi, come Calatrava. Antico e moderno, in un paese, il Portogallo (nel quale si è svolto per la gran parte il nostro viaggio), che appare segnato dalla nostalgia di una ricchezza antica e ormai perduta e dalla sfida, non poco faticosa, di tenere il passo con la modernità. Anche questo contatto è importante per il pellegrino, occasione di incontro e di allargamento degli orizzonti culturali.
Aldo Amati