A Riccione salta la tassa di soggiorno che aveva fatto inalberare gli albergatori, in compenso lievita l’Imu (Imposta municipale unica) che, soprattutto per le seconde case, è un’autentica stangata. Le cifre, in vista del consiglio comunale di giovedì, la scorsa settimana sono state comunicate alle categorie economiche.
Queste le novità della manovra, che fa parte di quella più ampia del bilancio: seconde case, alberghi, banche, colonie, scuole, uffici e tutte le pertinenze pagheranno un’aliquota del 10,6 per mille. Agevolato il comparto produttivo, commerciale e artigianale, vale a dire capannoni e negozi, con aliquota fissata al 7,6 per mille. La stessa cifra sarà applicata anche alle case in affitto a canone concordato e in comodato, in soldoni alle abitazioni cedute ai parenti di primo grado, ossia ai figli, mentre si prevede l’8,6 per mille sulle seconde case in locazione, ristoranti e terreni agricoli che per il momento non riescono a partire con i Poc (Piani operativi comunali), per tutte le altre aree, in attesa di partenza coi progetti, si sborserà il 10,6 per mille, mentre per i terreni agricoli il 2 per mille. Confermato il 4 per mille per la prima casa che fino all’anno scorso non pagava imposta.
Come osserva l’assessore al Bilancio Ilia Varo “L’Imu, istituita dalla Manovra Monti sembra un’imposta dell’Ente locale. In effetti è una vera e propria patrimoniale. A differenza della vecchia Ici il Comune dovrà versare gran parte del gettito dell’Imu allo Stato”.
A proposito, come osserva la stessa Varo “tenendo conto della vecchia Ici, si calcola che il Comune di Riccione verserà circa 9 milioni e 88mila euro alle casse statali. Fissando queste cifre è stata garantita la salvaguardia del comparto produttivo, commerciale e artigianale e c’è stato un riconoscimento della funzione sociale della locazione delle case cedute ai figli. In sostanza, abbiamo tenuto conto sia delle difficoltà delle imprese che di quelle delle famiglie, con l’intenzione di non arretrare di un passo sui servizi alla persona, servizi educativi e scolastici. Abbiamo pure riservato attenzione alle fasce più deboli”.
Un particolare. Come previsto dalla legge, sull’abitazione principale e relative pertinente è prevista una detrazione di 200 euro. Così per gli alloggi dei pensionati o disabili, che sono ricoverati in modo permanente in case per anziani o strutture sanitarie. L’agevolazione è valida solo se l’abitazione non è stata ceduta in affitto.È inoltre prevista una detrazione di 50 euro per ogni figlio, fino ai 26 anni, per un massimo di quattro figli, anche se non a carico.
Nives Concolino