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Imprenditrice della Carità con la passione missionaria

L’ultimo saluto a Madre Luisa Falsetti, 94 anni, già insegnante, Madre generale delle Maestre Pie e per 30 anni punto di riferimento per la Missione in Bangladesh

Madre Luisa Falsetti a 94 anni ci ha lasciato per raggiungere la Dimora preparata per lei dal Signore che tanto ha amato e servito. Ci pare impossibile perché solo tre mesi fa era ancora piena di vitalità, di progetti, di iniziative grazie alla sua mente vivace e arguta ed al suo carattere gioioso e generoso.

Il suo funerale, pur nella tristezza del distacco, è stato una “festa dell’amicizia” perché in tanti eravamo presenti a riempire il Duomo di Rimini, tutti legati a lei da amicizia oltre che da stima e riconoscenza. La specialità di Madre Luisa era proprio quella di creare legami con ogni persona che incontrava nella vita di laica prima, poi di insegnante, di Superiora Generale e infine di Missionaria. Una catena di amicizie che si intrecciava creando collaboratori e sostenitori per le “imprese” che non finiva mai di inventare e poi attuare, specialmente quelle per la amatissima Missione in Bangladesh. Da lei ci si sentiva accolti e amati senza riserve, senza mai giudizi solo con apprezzamenti ben mirati e sinceri: era il suo modo di trasmettere l’Amore di Dio a cui lei sapeva attingere a piene mani.

In Bangladesh M. Luisa approdò nel 1993, cinque anni dopo aver fondato la Missione, come Superiora Generale delle Maestre Pie, in un ambiente che risentiva ancora della sanguinosa guerra di indipendenza e si presentava “ricco di povertà” e complessità. Lì finì per sentirsi a casa costruendo avventurosamente ben tre Case con doposcuola e Scuola di alfabetizzazione, accoglienza di nuove vocazioni ecc.

Fu circondata da stima e rispetto ma anche da vero affetto da tanti mussulmani che non mancavano ad ogni festa o all’inaugurazione delle case a Dhaka e a Rajshahi: erano autorità, vicini di casa, genitori dei bambini degli slum a cui rivolgeva ogni energia perché avessero istruzione e prospettive di vita migliore.

La vita di stenti che condusse a Dhaka, capitale di nome ma non di fatto nel 1993, con scarsità di viveri, con strade che diventavano fiumi e necessitavano di barche per percorrerle, non le costò più di tanto perché da sempre per sé stessa aveva bisogno di poco.

Anche dopo il ritorno in Italia (col cuore sempre rivolto al Bangladesh) non era capace di possedere nulla: ogni regalo che riceveva dopo poco finiva nelle mani di qualcuno che – diceva – ne aveva più bisogno di lei.

Perfino la Settimana Enigmistica, che amava fare nei ritagli di tempo libero (regalatale in abbonamento) finiva divisa e condivisa con alcune consorelle che sapeva quanto la desiderassero. Ci ha contagiato questo suo modo di donare e donarsi!

Madre Luisa coi suoi 94 anni era moderna, aperta, aggiornata ma da sempre sapeva ve-dere lontano e inventare nuovi modi per aiutare chi era nel bisogno. Fu così che “inventò” i corsi di cucina per formare uomini e donne ricercati in Bangladesh come cuochi nelle Ambasciate, comunità, case di benestanti; fu così quando realizzò gruppi di donne (le ultime fra gli ultimi) per il ricamo e creò una rete per farli conoscere, apprezzare ed acquistare in Italia. Fu così quando, costruendo la nuova sede della Missione a Rajshahi, calcolò la possibilità di prendere in carico la vicina e grande Scuola della Diocesi condotta con trascuratezza. Affidata alle Maestre Pie e curata da Suore bangladesi ben preparate come insegnanti e dirigenti scolastiche, oggi è una Scuola-modello ambita da famiglie mussulmane oltre che cristiane.

Meravigliava che M. Luisa non fosse mai stanca, che mantenesse l’entusiasmo e il buon umore: era la vera “Carità” che la animava e le teneva il cuore rivolto alle tante ragazze a cui ha insegnato con la sua stessa vita: molte di loro sono oggi suore bangladesi che tengono viva la Missione delle Maestre Pie, ampliandola e arricchendola secondo i tempi e i bisogni. Ha insegnato nei momenti di dolore, nelle malattie gravi che l’hanno provata più volte, nelle tribolazioni che non le sono mancate. In tutto e sempre è stata maestra di spiritualità. Il suo sorriso era contagioso!

A Rajshahi, dove ha vissuto gli ultimi anni di Missione, Madre Luisa ha voluto che nel giardino pieno di fiori (una eccezione in quei luoghi e in quei climi) fosse messa una copia della Pietà di Michelangelo in misura reale, dono degli amici e benefattori per il suo 60° di professione religiosa. Le suore, i bambini, gli abitanti del villaggio vicino ma pure molti altri vanno quasi in pellegrinaggio ad ammirare e a pregare questa Madre Dolorosa: uno stupore per una rappresentazione che non avevano mai visto. In tutti affiora il ricordo di Madre Luisa, una umile e grande Suora che è stata Madre per tanti, gioiosa nella Carità e con una vera e creativa passione missionaria.

Silvia Tagliavini