Giustamente gli imprenditori locali che lavorano sui mercati internazionali sono preoccupati per l’introduzione dei pesanti dazi sulle importazioni stabiliti dal nuovo governo statunitense.
Nel mercato Usa ci arrivano molte eccellenze delle nostre produzioni – agroalimentare, tessile ma anche tecnologie avanzate – e si temono quindi ripercussioni a breve-medio termine. Non dimentichiamoci poi che la nostra Riviera è anche una importante destinazione turistica con l’ambizione di (ri)posizionarsi sui grandi mercati internazionali. E come noto lo stesso Trump ha intenzione di creare una sua nuova Riviera turistica alle porte del sud-est europeo: un enorme resort tra grattacieli stile Dubai, spiagge stile Rio e locali stile Las Vegas, dove in spiaggia i bambini ballano sotto una pioggia di banconote. Una meta tra l’altro più vicina all’Europa rispetto a Sharm el Sheik, destinazione storicamente richiesta dai turisti occidentali. Non so se e quanto la Trump Riviera farà concorrenza ai nostri mercati: difficile dirlo oggi, anche perché intanto la guerra continua a devastare a Gaza luogo dove questa meraviglia dovrà sorgere. E il turismo, purtroppo, resta nelle favolette artificiali.