Imperativo: “cambiare pagina”

    Una crisi economica che ancora deve lasciare il passo alla ripresa. Le piaghe di un territorio come quello riminese, che vede livelli molto alti di evasione fiscale e che negli ultimi tempi ha fatto molto parlare di sé in negativo. La vicenda Carim insegna: la terza banca locale, dopo Credito di Romagna e Banca di Rimini, ad essere finita nell’occhio del ciclone e sotto la lente di BankItalia nel giro di pochi anni. E balzata ai vertici delle cronache per rapporti poco chiari con San Marino.
    Sono solo alcune questioni affrontate al convegno organizzato da Cisl e Fiba Cisl Rimini il 26 ottobre al cinema teatro Tiberio di San Giuliano su Le banche nel territorio tra credito, crisi ed etica.

    Crisi
    A due anni dalla crisi, qual è stato il comportamento delle banche locali? E, guardando al futuro, cosa possono fare gli istituti di credito per ridurre i danni e far ripartire l’economia? Parte da queste due domande il segretario generale Ust Cisl Rimini, Massimo Fossati, “perché in una fase molto delicata come quella attuale – sottolinea – le banche diventano attori fondamentali nella costruzione di un nuovo patto territoriale per lo sviluppo che aiuti a cambiare pagina rispetto alla crisi, ma anche a correggere gli errori commessi in passato”.
    La crisi, prosegue Fossati, “non incide solo sulle persone, ma ridisegna anche le prospettive dei territori, dei modelli di sviluppo costruiti nei decenni scorsi, pone problemi nuovi sul come farli evolvere, verso nuovi percorsi di innovazione, di integrazione tra economie”.
    Da qui l’esigenza, ribadita dal segretario generale di Cisl Rimini, di “lavorare insieme per fare comunità” ma anche due inviti: uno al sistema politico perché avvii “una riforma del modello finanziario che introduca nuove regole” e l’altro agli istituti di credito, affinché “le banche tornino a fare banca”.
    L’attenzione va soprattutto agli istituti di credito locali e alle banche di credito cooperativo che “dovrebbero fare la differenza nei rapporti con le famiglie e le imprese del territorio. Se le banche locali – sintetizza Fossati – si comportano come le altre, non ha senso. Il sistema bancario è stato caratterizzato nel recente passato da significativi processi di concentrazione. Ne è conseguita una crescita della dimensione media degli operatori finanziari nazionali e economie di scala”. Tutto ciò a rischio però di un venir meno del rapporto tra banche e territorio.

    Credito
    A sentire alcuni imprenditori riminesi le difficoltà negli ultimi anni in termini di concessione del credito non sono mancate. Ma qual è il problema? I soldi scarseggiano anche per le banche o sono le imprese, oggi, ad avere meno garanzie specie in un territorio come quello riminese, caratterizzato per lo più da aziende piccole e fragili? Daniele Quadrelli, direttore della Federazione BCC Emilia Romagna porta al pubblico dati che parlano da soli: “Dalla fine del 2008 al primo semestre 2010 le banche di credito cooperativo regionali hanno incrementato gli investimenti del 4,7% – spiega – mentre il resto del sistema bancario si è fermato ad un +0,7%. Certo, per le nostre banche sono aumentate le sofferenze, in media del 35%, ma cosa dovevamo fare? È quello che spieghiamo ogni giorno alla Banca d’Italia: non possiamo smettere di fare credito”.
    Ma soprattutto per le piccole realtà imprenditoriali è anche importante avere le spalle coperte. Lo ha sottolineato Mauro Gardenghi, segretario di Confartigianato Rimini, nell’illustrare i dati relativi a Unifidi, il consorzio fidi creato insieme a Cna che “raggruppa 70mila imprese per un totale di 70 milioni di patrimonio. 830 le pratiche effettuate nel 2009 da 63 milioni di euro complessivi. E con tutta probabilità a fine 2010 chiuderemo con oltre 70 milioni”.

    La riflessione al Tiberio non dimentica le ultime notizie, delle difficoltà vissute da tre importanti banche locali e dall’indagine aperta dalla Procura della Repubblica nei confronti di Banca Carim sull’anti-riciclaggio.
    “Ci sono delle indagini in corso. Finché non verrà fatta chiarezza – sottolinea Fossati – riteniamo sbagliato alimentare una vicenda che alla fine distribuisce colpe a tutti, anche a coloro, cioè i lavoratori del credito, che quotidianamente hanno solo la responsabilità di fare il proprio lavoro”.
    Ma quanto incidono le vicende politiche e giudiziarie con la vicina Repubblica di San Marino? “Una guerra tra Stati che pare non trovare sbocchi politici, i cui effetti rischiano di scaricarsi non solo sul sistema economico della nostra area, ma anche sui lavoratori italiani occupati a San Marino (oltre 6.000) a partire proprio da coloro che lavorano nel circuito creditizio assicurativo, molti dei quali già oggi si ritrovano con la lettera di chiusura del proprio contratto annuale”.
    E poi la questione dell’evasione fiscale. “Siamo la provincia che ha il maggior numero di sportelli bancari in rapporto alla popolazione, segno di capacità certo, ma anche di un sistema che nel passato ha retto anche per l’area di elusione fiscale nel nostro territorio. Se si considera la ricchezza prodotta per residente siamo come provincia al 13° in Italia con oltre 31mila euro. Se consideriamo anche il patrimonio ( cioè beni immobili e mobili) siamo addirittura sesti con 462mila euro a famiglia. Mentre il reddito dichiarato al fisco (17.000 euro) ci pone al 95° posto in Italia”.
    Un territorio dunque che va liberato dalla crisi ma anche da una serie di devianze che rischiano di compromettere seriamente l’immagine del “sistema Rimini”.

    Alessandra Leardini