“La struttura si estende su una superficie di 8.400 mq e, oltre alle prime tre case dove andremo ad abitare, successivamente verranno completati dodici mini-appartamenti, un salone polifunzionale, uffici e una chiesetta, che sarà il vero centro di questo villaggio. Gli appartamenti accoglieranno coppie in difficoltà o ragazze madri, mentre uno, forse due, verranno lasciati per le emergenze”. Così Daniele Severi, della Comunità Papa Giovanni XXIII, illustra il “Villaggio della gioia”, l’ultima iniziativa dell’associazione fondata da don Oreste Benzi.
L’idea del Villaggio, che sta sorgendo a Villafranca di Forlì, su un terreno donato dalla diocesi, è proprio di don Oreste che, spiega Severi, “fino all’ultimo aveva ribadito la necessità che i figli non fossero separati dalla famiglia di appartenenza”.
Ventidue figli
Ed è proprio con questo scopo che, entro la fine di settembre 2009, Severi con la sua famiglia, insieme ad altre due coppie, andranno ad abitare i primi appartamenti del villaggio.
Le tre coppie hanno in totale 22 figli, tra naturali e in affidamento, di cui alcuni con disabilità. “Per noi questo villaggio rappresenta una missione «salva famiglia»: non vogliamo aiutare solo i bambini, ma soprattutto le loro famiglie”, dichiara Severi, ricordando che “la famiglia è il nucleo principale di ogni società umana, e vivere nel profondo questo concetto significa vivere il cristianesimo”. “La famiglia è un bene sommo – aggiunge – e la realizzazione di questo villaggio significa anche compiere il volere di don Oreste. Il Villaggio della gioia permetterà ai minori in difficoltà di stare insieme alle loro famiglie le quali, affiancate dalle famiglie della Comunità e da persone con esperienza, potranno trovare l’aiuto concreto e la forza per affrontare e risolvere i loro problemi”.
Il sogno più profondo
“Ogni anno – ricorda Severi – migliaia di bambini vengono affidati ad una famiglia diversa da quella naturale” a causa di problemi nella famiglia d’origine non sempre per motivi economici, ma spesso per criticità nelle relazioni al loro interno. “Nella nostra esperienza – riprende – abbiamo toccato con mano che molti bimbi stanno bene in affidamento, ma il loro sogno più profondo è sempre quello di poter tornare con la loro mamma e il loro papà. Togliere un bambino alla famiglia crea sofferenza, tensione e a volte contrapposizione”.
Un diritto da difendere
“Il nostro principale obiettivo è evitare l’allontanamento del bambino dai propri genitori e aiutare questi ultimi”. Le istituzioni, invece, “pensano prima di tutto al bambino e non alla famiglia”, così spesso “ci si dimentica che ad avere bisogno di aiuto sono proprio i genitori i quali, privati dei loro figli, vengono svuotati del loro ruolo acuendone la crisi”.
“Non si tratta solo di una missione – puntualizza Severi – ma anche di far rispettare il diritto di ogni bambino a crescere nella sua famiglia come stabilito dalla legge 149 del 2001. Il Villaggio della gioia contribuisce a realizzare questo diritto. Per questo vorremmo chiedere anche al Tribunale dei minori di porre come clausola l’affidamento non solo alla figura materna, ma anche a quella paterna. Da questo punto di vista è importante il coinvolgimento delle istituzioni”. Le famiglie che potranno accedere al Villaggio verranno scelte attraverso un lavoro comune condotto, prima di tutto, con i servizi sociali e con associazioni come la Caritas. “Il programma prevede che queste famiglie facciano un percorso di 18 mesi, dopo di che verranno giudicate, da noi e dagli assistenti sociali. Il Villaggio sarà anche un luogo aperto a persone con disabilità, dove i loro genitori non dovranno più porsi la domanda del «dopo di noi». Agiamo nella convinzione che una delle strade più efficaci per indirizzare le famiglie multiproblematiche verso un futuro più sereno sia avere nella vita di tutti i giorni un modello positivo e costruttivo di relazioni familiari. Oggi giorno le famiglie scoppiano per vari motivi: i problemi sono gli stessi di anni fa, ma forse è l’impostazione che è sbagliata. Tutto è basato sull’emotività e non sulla scelta, il concetto di sacrificio non esiste più. Per questo credo che esistano molte famiglie che hanno bisogno semplicemente di un aiuto e di un sostegno per riacquistare il proprio equilibrio, senza doversi vedere allontanare i propri figli”.
Come sostenere il Villaggio
Si può sostenere il progetto “Villaggio della gioia” con un versamento sul conto corrente postale n. 12148417 intestato ad Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII; effettuando un bonifico bancario sul conto IBAN IT14 Q085 5613 2000 0000 0261 00; con carta di credito, telefonando al 800.629.639 (indicando sempre nella causale: “Sostegno al Villaggio della gioia”).
Francesca Baldini