Gus è lo scout più bravo del baseball: nessuno riesce a selezionare futuri campioni come lui. Per Gus la pensione è vicina ma non vuole mollare, anche se gli occhi iniziano a balbettare e il “nuovo” (l’arrogante giovane selezionatore che preferisce le statistiche al computer all’esperienza sul campo) avanza implacabile. Preoccupata per la salute paterna la figlia Mickey, brillante avvocato, affianca papà, nonostante il delicato momento professionale, nella scelta di un giovane campioncino dalla mazza implacabile.
Clint Eastwood è Gus, il personaggio centrale nel film di Robert Lorenz (assistente alla regia per Eastwood) Di nuovo in gioco scritto da Randy Brown: solo lui poteva interpretare questo carattere scontroso e ombroso, formidabile nello scovar talenti, ma poco brillante nelle dinamiche familiari per via del trascurato rapporto con la figlia. Il fine settimana con Mickey diventa occasione di recupero dei legami perduti, in un salutare scontro-confronto tra l’iperattiva ragazza e il vecchio padre, per nulla convinto di aver fatto il suo tempo. Proprio come Gus, l’82enne Eastwood non vuole mollare, e anche se qui è solo interprete e produttore è indubbio il suo tocco crepuscolare, in un racconto seppur più virato alla commedia.
Qualcuno potrà recriminare di fronte alla presunta standardizzazione dell’attore nell’elaborazione dei caratteri, ma il “grugnito” e gli sguardi torvi sono marchi di fabbrica, consapevoli che dietro a quegli sguardi ci sta un universo “eastwoodiano” che qui sfiora pure John Ford (vedi scena sulla tomba della moglie: chi capisce il rimando?), in una storia sportiva ove si ricostruisce la famiglia e si esplora in modo convincente un mondo con aspiranti campioni già bruciati dall’ansia del successo.