La Settimana Biblica Diocesana è giunta quest’anno alla sua ventesima edizione. Per festeggiare l’anniversario, essa offrirà un percorso sul Vangelo di Luca – ancora mai presentato finora nelle precedenti edizioni – in preparazione alle domeniche dell’anno liturgico C e in accordo con la Lettera del Vescovo Francesco, che fornisce alcune tracce di incontri proprio sul terzo Vangelo.
Qual è la finalità di questo appuntamento pastorale?
La finalità è duplice, da un lato offrire un approfondimento di aspetti fondamentali dell’interpretazione biblica, dall’altro favorire un primo incontro con la pagina biblica, attraverso conferenze serali. Esso infatti si rivolge sia a studenti dell’ISSR Alberto Marvelli, sia agli operatori pastorali delle parrocchie e a tutta la cittadinanza riminese. Oltre a questo la Settimana Biblica è un punto di riferimento anche per l’elaborazione di metodi e percorsi pastorali sulla Parola di Dio, attraverso gruppi di lavoro denominati Atelier.
Quali saranno quest’anno gli Atelier?
Saranno di tre tipi. Il primo è l’esperienza e l’approfondimento dello stile della lettura popolare e orante della Bibbia. Il secondo è la catechesi narrativa, nella forma del Bibliodramma. Il terzo è la proposta dell’immagine artistica per la catechesi biblica. A questi Atelier sono invitati studenti dell’ISSR, catechisti, educatori, insegnanti di religione e accompagnatori di piccole comunità. Per l’Atelier del Bibliodramma il destinatario privilegiato è il catechista degli adolescenti e l’educatore impegnato nella pastorale giovanile.
Come queste metodologie possono rifluire sulla pastorale delle nostre comunità?
Anzitutto la lettura popolare e orante fornisce agli accompagnatori di gruppi di ascolto del Vangelo delle nostre comunità un metodo e uno stile per far crescere una piccola comunità di persone attorno alla Parola di Dio. Ciò vale sia per chi già si trova ad accompagnare gruppi, sia per chi avrebbe il desiderio di farlo, anche su proposta e impulso del proprio parroco. Inoltre la catechesi interattiva nella forma del Bibliodramma, proposta in collaborazione con l’Associazione Italiana Bibliodramma, si presenta come una serie di spunti metodologici raccolti in un quadro essenziale e coerente, per favorire un’appropriazione esistenziale del racconto biblico. Esso potenzia tutti i cinque sensi della persona, aprendoli all’ascolto, promuove un’identificazione con i personaggi del racconto e permette un rispecchiamento più profondo nella vita dell’uditore della Parola. Infatti l’utilizzo di una molteplicità di interazioni e metodologie, tratte da varie discipline (teatro, musica, simbolica del profondo, psicologia di gruppo ecc.) è a servizio della Parola di Dio nella vita della persona. Esso si rivela particolarmente adatto per quelle fasce di età, come bambini, adolescenti e giovani, che presentano ostacoli alla lettura del testo. Infine la catechesi attraverso l’arte non ha bisogno di troppe presentazioni: essa può essere adatta sia a percorsi rivolti ad adulti sia a metodi utilizzati nell’iniziazione cristiana. Spesso infatti può essere molto più efficace un annuncio mediato attraverso l’immagine artistica che attraverso un discorso concettualmente articolato.
Ci può descrivere il percorso delle conferenze serali?
Le conferenze serali costruiscono un filo conduttore il più possibile ampio all’interno del Vangelo, con una presentazione generale e alcuni affondi esegetici, su testi narrativi, discorsivi e parabolici. L’itinerario dell’opera lucana è infatti profondamente unitario. La Parola di Dio, proclamata con autorità in Galilea (cf. Lc 4,32;5,2) da Gesù, segue il percorso del messia, dalla Galilea fino a Gerusalemme (cf. Lc 9,51), dove si compie il mistero delle Scritture, riguardante la morte e resurrezione del messia al terzo giorno e l’annuncio del Vangelo a partire da Gerusalemme (cf. Lc 24,45-47). Le serate seguono quindi questo percorso della Parola di Dio.
Proviamo ad entrare nel dettaglio, brevemente.
Lunedì 24 settembre il prof. Carlo Broccardo, della Facoltà Teologica del Triveneto, offre una presentazione del Vangelo dell’infanzia di Luca. Trasmessa a Zaccaria e Maria dall’angelo/annunciatore Gabriele, la Parola di Dio comincia il suo itinerario, manifestandosi nelle parole dei protagonisti e nelle loro azioni, rendendo fecondo il grembo della sterile Elisabetta e incarnandosi nel seno della vergine Maria. Essa compie le Scritture di Israele e la promessa fatta ad Abramo per la potenza dello Spirito Santo.
Martedì 25 settembre il prof. Mirko Montaguti, dell’Istituto di Scienze Religiose di Rimini, ci presenta la scena iniziale dell’attività messianica di Gesù. Gesù fa tappa a Nazareth, all’inizio del suo ministero pubblico in Galilea. Di sabato, in sinagoga, egli annuncia il compimento della parola profetica di Isaia, sul messia liberatore e consolatore per la potenza dello Spirito. La sua missione, come quella dei profeti Elia ed Eliseo, oltrepassa i confini di Israele e perciò suscita il rifiuto dei suoi concittadini.
Mercoledì 26 settembre il prof. Matteo Crimella, della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, offre una presentazione della parabola lucana del buon samaritano e dell’episodio di Marta e Maria. Se infatti il sacerdote e il levita, vedendo l’uomo ferito, passano oltre, invece il buon samaritano ne ha compassione e se ne prende cura. Se Marta si affanna in tante occupazioni, Maria ha scelto la parte migliore, l’ascolto della Parola di Gesù. Il confronto tra questi personaggi mostra al lettore la via da scegliere: non l’indifferenza degli uomini religiosi, né le preoccupazioni ansiose di Marta, ma il servizio che nasce dall’ascolto di Gesù, buon samaritano.
L’ultima sera sono previsti due interventi, invece di uno solo?
Esatto, l’ultima sera giovedì 27 settembre ci sarà una proposta particolare. Verrà offerta una lettura ecumenica al femminile della misericordia del Padre (Lc 15) con la prof.ssa Rosanna Virgili (Istituto Superiore di Scienze Religiose di Ancona) e la prof.ssa Giuseppina Bagnato, pastora della Chiesa valdese.
Infatti la misericordia del padre nella parabola lucana è in contrasto notevole con una figura autoritaria e tradizionale. Egli non ha paura di scoprirsi debole per amore, mostrando quel lato «femminile» della paternità che il figlio maggiore non sembra in grado di accettare.
Le conclusioni di questa serata e dell’intera Settimana sono affidate, come di consueto, al Vescovo Francesco.
Davide Arcangeli