E adesso, che succederà? Rimini & Co. avranno realmente un referente concreto con il quale discutere di strategie e pianificazione? Oppure il Ministero del Turismo si farà notare al suo ritorno – dopo la soopresisone con referendum del 1993 – solo per l’attivismo sfrenato (ma non sempre concreto) del suo titolare? Il Ministro istituito è senza portafogli, dunque non dispone di nessuna risorsa propria, e non potrà neppur legiferare, essendo il turismo materia propria delle regioni. In attesa di un assessore al Turismo riminese (a distanza di quasi 20 anni dalla poltrona di Giuseppe Chicchi), Rimini saluta l’arrivo del ministro Michela Brambilla (nella foto Gallini, ricevuta dal presidente Rimini Fiera, Lorenzo Cagnoni). Per il turismo notizie rosee?
“Da anni auspicavamo l’istituzione del Ministero, perlomeno attesta la dignità di un settore che rappresenta il 10% del Pil nazionale. – fa presente Patrizia Rinaldis, presidente dell’Associazione Albergatori di Rimini, nata nel 1956, attualmente con oltre 800 soci – Si tratta dunque di un bel segnale, ma la creazione del Dicastero da sola non basta: adesso occorre lavorare. E portare a casa risultati concreti“.
La Brambilla può cominciare a rimboccarsi le maniche.
“È necessario un riordino della materia turistica a livello nazionale. Il turismo è materia propria delle regioni, ma i settori sui quali intervenire non mancano. Pensiamo alle politiche comunitarie, sulle quali non c’è alcuna regia. Competitori come la Francia possono diminuire l’Iva al 5%, Spagna e Grecia mettono in campo iniziative analoghe, mentre l’Italia dei grandi numeri della vacanza resta tristemente alla finestra”.
Tre priorità per il turismo da mettere sul tavolo del Ministro.
“La questione Iva, mobilità e infrastrutture e la sicurezza. Il turismo della raggiungibilità non può permettere che un ospite di Milano impieghi tre volte il tempo che impiega un turista tedesco a raggiungere la riviera. Ovviamente il tema delle infrastrutture, e della mobilità in generale, è nazionale, non riguarda solo Rimini.
Per quanto concerne la sicurezza, è evidente che Rimini e la provincia d’estate diventano una grande area metropolitana, che va trattata alla stregua di Napoli e Milano sul piano della lotta alla criminalità”.
Scusi, Rinaldis, ma questo è argomento da Ministero dell’Interno…
“In realtà il turismo è un comparto talmente trasversale che è impossibile pensarlo a compartimenti stagni. E se il Ministero del Turismo è senza portafogli, attinga a quello di altri Dicasteri”.
80% turisti italiani, 20% stranieri. I numeri sono chiari, e la mancata crescita sul mercato internazionale non può dipendere solo dalla carenze infrastrutturali del Paese.
“Non sarà l’unico problema, ma la mobilità è un elemento decisivo, al pari della promo-commercializzazione. Le campagne pubblicitarie regionali, ad esempio, rischiano di confondere le idee al turista straniero che non conosce bene Rimini e il suo territorio. La campagna promozionale con testimonial Luca Toni è esemplare, in quanto portatrice di dodici messaggi diversi.
Troppo spesso diamo per scontato che al di là delle Alpi conoscano Rimini e il territorio, ma non è così: non c’è stato il ricambio generazionale e nonostante il brand Rimini sia ancora molto forte (addirittura superiore a quello di molte nazioni, secondo un’indagine), c’è la necessità di dare ai turisti l’immagine della riviera e del suo entroterra, che non è più quella di 20 anni fa. Vendiamo servizi alle persone: vogliamo capire cosa chiedono le persone che cercano una vacanza?”.
Un messaggio forte e chiaro per la regione.
“Chiediamo rispetto a livello nazionale per il comparto turistico e il suo 10% del Pil nazionale, ma anche la regione deve fare la sua parte. Confrontando i bilanci dei vari assessorati, invece, in Emilia Romagna si nota una grave disparità tra turismo e altri comparti”.
Sarà forse figlio della crisi e di un atteggiamento prudente per non alimentare falsi allarmismi, ma quest’anno scarseggiano le proiezioni in materia di vacanze.
“Le proiezioni sono date da numeri, ma l’economia non si fonda solo sui numeri, bensì anche sulla redditività. La Rimini della vacanza (2.500 strutture in provincia, metà delle quali sorgono a Rimini) nonostante tutto tiene, e quest’anno notiamo comunque attesa, interesse attorno alla vacanza in riviera, unita ad una grande attenzione al prezzo, più che in altre località”.
Cosa possiamo attenderci?
“Forti anche dei risultati dei week end appena trascorsi, aspettiamo la stagione turistica con cauto ottimismo”.
E da lei, Rinaldis, che dobbiamo aspettarci? Un nuovo sprint in vista delle elezioni dell’Aia?
“Ne parleremo dopo la stagione estiva. Di certo, sarò ancora in corsa: credo troppo in ciò che faccio per mollare”.
Paolo Guiducci