Carissime Sorelle, Carissimi Fratelli,
vengo a bussare al vostro buon cuore per recapitarvi un invito, per condividere una buona notizia, rivolgervi un grazie caloroso e formulare un gradito augurio.
Una buona notizia. È il vostro “vangelo”, parola che – lo ricorderete certamente – suona proprio come “buona notizia”. E la notizia-vangelo è questa. Nella vostra carta d’identità cristiana figura un segno particolare di riconoscimento.
Catechista: colei o colui che-fa-eco ad una Parola che ha acceso la propria vita e l’ha fatta ardere d’amore. Sì, la vostra è una vera, indubitabile vocazione. In effetti voi non vi siete autoconvocati. Ma avete ricevuto attraverso il parroco o qualche suo collaboratore la segnalazione di un servizio: c’è bisogno di qualcuno che accompagni un gruppo di ragazzi all’incontro con Gesù. E in quel messaggio avete percepito il timbro del Messaggero dalla Voce più forte e più dolce che vi abbia mai parlato: quella di Gesù. A quel punto vi siete sentite scelte, preziose, amate, benedette. Avete superato ogni resistenza e avete detto sì. In tempo di Covid questo sì merita un apprezzamento sincero e un deciso incoraggiamento.
Un triplice grazie. Prima di tutto per il vostro sì. Grazie perché vi siete assunto l’impegno di passare da un catechismo, che si accontenta di imbottire la testa dei bambini o ragazzi di nozioni su Gesù, ad una catechesi che vuole educare realmente alla fede in Gesù.
Grazie perché ce la mettete tutta per far conoscere non un Gesù “favoletta-sdolcinata” per dieci cuccioli alquanto gasati, ma quel Gesù simpatico, annunciato empaticamente e fedelmente testimoniato da don Oreste. Un Tipo forte ma non duro, buono ma non buonista, puro ma non puritano, audace ma mai temerario… Un Gesù più interessato ai tuoi dolori che ai tuoi peccati. Un Pastore più sensibile all’unica pecorella smarrita e graffiata dai rovi che alle 99 custodite nel calduccio dell’ovile. Un Gesù che non ha bisogno di trucchi o di effetti speciali per strappare ai ragazzi un “WOW!” da stadio.
Grazie perché nella faccia di Gesù voi aiutate i ragazzi del vostro gruppo a rintracciare il volto di un Dio Padre ma non padrone, onnipotente ma non invadente, esigente ma non fiscale, autorevole ma mai autoritario… Non un boss implacabile, un inguaribile guastafeste, un terribile mangiafuoco. Ma un Dio fatto tutto d’amore. Nel cui cuore brucia un solo desiderio: volerci felici, farci felici, vederci felici. Per sempre.
Un doppio augurio. Il Signore vi renda testimoni e messaggeri capaci di ripetere tutto ciò che avete udito di Lui, ma soprattutto vi aiuti a vivere una vita così trasparente, da non poter nascondere agli altri ciò che avete direttamente udito da Lui.
Vi auguro ancora di fare una esperienza così tangibile e palpabile del Crocifisso-Risorto – nella santa eucaristia, nel pane della sua parola, nelle carni del povero, nella carità fraterna – da poter applicare a voi stessi un pezzo di quella frase tanto criticata dell’apostolo Tommaso al cenacolo. Cambiandone però la conclusione. “Se non metto il mio dito nelle cicatrici dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco” … gli altri non crederanno!
L’invito è per lunedì 19 ottobre ore 21 in Cattedrale per il mandato ai catechisti. Lo sapete: il mandato esprime l’appartenenza responsabile del/la catechista alla propria comunità diocesana, e manifesta la sua corresponsabilità nella missione di annunciare il Vangelo e di educare e accompagnare nella fede. Al mandato sono invitati anche educatrici ed educatori delle varie associazioni e movimenti.
+ Francesco Lambiasi