Vent’anni. Tanti ne sono trascorsi da quella passeggiata in campeggio. Era un pomeriggio di metà agosto. Tra un filo d’erba e l’altro partì l’idea: perché non organizziamo un torneo di calcio, ma diverso dagli altri? Tornati a Rimini ci si mise al lavoro e così nacque il Torneo di Vita.
“In realtà – spiega Tiziano «Tizio» Muzzioli, uno dei padri fondatori – la prima edizione è datata luglio 1994 e, paradossalmente, il lato calcistico è sempre stato il meno importante. Il Torneo di Vita partì come espressione di una comunità viva, molto viva che era il Centro Storico. E, ad onor del vero, la formula la prendemmo dal «Giuda Baccone» di San Gaudenzo”.
A differenza di molti altri tornei, quello di Vita ha una caratteristica ben precisa.
“È un torneo che vuole seguire uno stile ben preciso: quello di Gesù. Abbiamo cercato di portare nel gioco del calcio lo stile cristiano, uno stile che non ti porta a fare tutto, scorrettezze e furberie varie comprese, pur di vincere, uno stile che vede nell’accoglienza dell’altro, nell’onestà e nell’amore le caratteristiche più importanti. Poi, naturalmente, c’è anche l’aspetto agonistico”.
Dieci squadre, dieci “presidenti” che, come nel Fantacalcio, fanno l’asta per assicurarsi i giocatori migliori suddivisi in vari livelli. Poi il gioco, ma soprattutto la gioia di ritrovarsi per trascorrere una serata in allegria. Quest’anno, l’edizione 2013, è andata ai Verde chiaro del presidente Anton Castineira che nella finalissima hanno superato (3-2) i Gialli di Roberto Mussoni. Grande protagonista della gara è stato Giacomo “Jack” Sartini che proprio nel finale ha realizzato il gol della vittoria. Naturalmente prima delle gare, come ogni sera, la preghiera che ha visto don Tarcisio Tamburini, parrocco di Villaggio Primo Maggio, e papà del Torneo, ringraziare il buon Dio <+cors>“per questo momento di grande gioia che continua da 20 anni”<+testo>.
Francesco Barone