È uno dei simboli di Rimini ed è stato riconsegnato alla città:
torna a splendere il Tempietto di Sant’Antonio da Padova, gioiello cinquecentesco che da secoli impreziosisce piazza Tre Martiri.
Ci sono voluti sette mesi di lavori (e le preziose indagini preliminari operate da AdArte per avere un quadro preciso dello stato di fatto della struttura) per riportare l’antica celletta allo stato che merita. Decisivo è stato l’intervento dell’imprenditore riminese Bonfiglio Mariotti. Il patron di Blue Next ha finanziato l’intervento con 200.000 euro attraverso l’Art Bonus.
“Credo sia un dovere per chi può e chi ne ha le capacità sostenere l’amministrazione comunale o qualsiasi altro ente pubblico quando emerge la necessità di restituire alla piena fruibilità e bellezza un bene pubblico, un monumento, in questo caso questo un tempietto a cui personalmente sono molto legato – ha sottolineato Mariotti – In questa piazza, ho conosciuto quella che sarebbe diventata mia moglie, e siccome sono convinto che niente capiti per caso mi è sembrato giusto sostenere l’amministrazione in questa opera di restauro. Credo, anzi sono convinto, che operazioni come queste possano essere da esempio ad altri imprenditori che lavorano sul territorio: chi crede nella città, può restituire qualcosa alla comunità”.
L’opera di restauro è stata presentata questa mattina alla presenza del sindaco di Rimini Jamil Sadegholvaad, del vescovo mons. Nicolò Anselmi, di Bonfiglio Mariotti, dei rappresentanti dell’architetto Alessandra Del Nista in rappresentanza della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, oltre al team della ditta specializzata ETRA che ha curato l’intervento, coordinato dall’ufficio tecnico del Comune di Rimini con l’ing. Chiara Fravisini.
Risalente alla prima metà del Cinquecento, il Tempietto di Sant’Antonio ha subìto nel corso dei secoli vari interventi di manutenzione, ristrutturazione e restauro in seguito a degradi dovuti al tempo ed in seguito ad eventi naturali. Nel 1672 il tempietto crollò a seguito del terremoto che colpì la città, e così pure nel 1916. L’ultimo restauro di questo patrimonio storico e architettonico dal grande valore culturale risaliva al 1980.
“In questo clima ormai di festa oggi ci facciamo un regalo – ha sottolineato il sindaco Jamil Sadegholvaad – ritrovando un tempietto che è parte della vita di tutti i riminesi, compagno di ogni passeggiata in centro da tempo immemorabile. Un luogo del cuore e dell’anima, che oggi possiamo riscoprire grazie ad un restauro realizzato con altissima competenza tecnica e professionale dei nostri uffici coordinati dall’ing. Chiara Fravisini, dai restauratori, in stretto raccordo con la Soprintendenza, un gruppo di persone che ringrazio per la passione e la professionalità. Così come ringrazio la generosità e il grande cuore di Bonfiglio Mariotti. Lo dico, lo ridico e tornerò a dirlo: vorrei che il suo esempio fosse imitato da chi, avendone la possibilità economica, ha a cuore Rimini e i suoi luoghi. Qualcosa si sta muovendo e già l’anno prossimo avremo due importanti restauri di capolavori dell’arte riminese sostenuti in buona parte da soggetti e imprenditori privati”.
“Sono onorato oggi di essere qui per impartire la benedizione al Tempietto restaurato – sottolinea il vescovo mons. Nicolò Anselmi – Siamo davvero grati per questo intervento che restituisce al suo significato sociale, culturale e religioso il Tempietto, dove tante persone – riminesi ma non solo – si fermano a pregare. In questo luogo lo scorso anno abbiamo celebrato gli 800 anni del passaggio di Sant’Antonio a Rimini. Questo giovane coraggioso di origine portoghese, è stato capace di evangelizzare la Romagna e anche Rimini compiendo due famosi miracoli, quello dei pesci e quello della mula ricordato proprio all’interno del Tempietto. Questa chiesa ha forma ottagonale tipica di tanti battisteri: il numero otto per la tradizione simboleggia la nuova creazione, la speranza, la novità, la risurrezione. Ringrazio Bonfiglio Mariotti che ha permesso con la sua generosità questo restauro, l’Amministrazione Comunale e tutti i tecnici che materialmente hanno eseguito l’intervento di recupero, e i Frati Minimi di San Francesco di Paola che custodiscono il Tempietto e la chiesa-santuario dedicata a Sant’Antonio”.