Carissimo don Giovanni, da diversi mesi, sia persone impegnate nel mondo ecclesiale, sia persone più marginali al nostro mondo, ma attente a quanto accade nella nostra comunità diocesana, ci riportano con insistenza la domanda sulla prossima chiusura del Seminario. La domanda è sempre posta con un tono retorico, come se, chi la pone, si attendesse semplicemente la conferma di ciò che ha già saputo altrove.
Per correttezza è giusto dire che la domanda viene fatta anche con dispiacere, segno che questa notizia, giunta da chissà dove e chissà da chi, ha lasciato un segno di tristezza in chi l’ha ricevuta, e questo per noi rappresenta un motivo di consolazione, perché non vi è nulla di peggio che l’indifferenza.
Dopo l’ennesimo colloquio di questo tipo, abbiamo deciso di utilizzare le pagine de il Ponte per smentire questa voce, sperando che, almeno nel contesto ecclesiale, essa venga tacitata.
Come tu ben sai, fanno male anche le cose dette senza fondamento. Esse creano sfiducia e un senso di rassegnazione che non si addice a questo tempo che viviamo e non è utile alla nostra comunità. Questo infatti è un tempo delicato, con equilibri fragili, e occorre avere una particolare cura nel custodire quanto abbiamo di prezioso.
Il Seminario è a pieno titolo una delle realtà più preziose della nostra Diocesi, non tanto per la location, ma per la comunità delle persone: tredici giovani e tre sacerdoti dediti quotidianamente all’ascolto della Parola, alla vita comune, all’imparare a servire Dio e gli uomini; una Parola che orienta la vita, forma e impegna in decisioni che cambiano il cuore e fa muovere i piedi verso coloro che attendono l’annuncio.
Come si è detto e pubblicato, nel prossimo anno ci saranno dei cambiamenti: saranno più numerosi i giovani che frequenteranno il Seminario a Bologna, perché, per il bene dei nostri seminaristi, si è pensato che fosse meglio così; ma la comunità del Seminario non chiude, perché ci saranno altri giovani che qui inizieranno o continueranno il loro percorso di ascolto della voce del Signore e di discernimento vocazionale!
La comunità del Seminario rimane un luogo significativo, un luogo in cui chi vuol seguire Gesù più da vicino sulla via del sacerdozio, trova sacerdoti e adulti disponibili ad accompagnarlo per discernere la chiamata del Signore.
Il Seminario di Rimini non chiude! Anzi, rilancia e rinnova il suo impegno per rendere attuale quel desiderio di Gesù che, contemplando la messe pronta per la mietitura, chiede a noi di pregare perché il padrone della messe invii gli operai necessari, e di lavorare perché tali operai agiscano secondo lo spirito evangelico, per far crescere sempre di più la conoscenza del Signore e l’adesione alla sua volontà.
Questo sarà ancora più bello se fatto con l’aiuto di tutti.
I preti dell’equipe del Seminario
don Andrea Turchini, don Cristian Squadrani, don Vittorio Metalli