“Una città può vivere come una sfida straordinaria l’obiettivo di portare al centro dell’attenzione chi ha vissuto ai margini geografici, o anche sociali e culturali della comunità”. Un bella riflessione ed un ottimo proposito del neo sindaco di Firenze, Dario Nardella. Parole dette al Meeting di CL e che possiamo utilizzare anche come parabola dell’evidente cambio di rotta messo in atto quest’anno dagli organizzatori della kermesse. Nessuna vetrina per i politici, neppure quelli amici del Movimento; solo inviti istituzionali con il chiaro scopo di avere validi interlocutori nel dibattito; rilievo ai contenuti e ai testimoni più che ai personaggi da copertina.
Già la scelta del titolo del Meeting manifestava un’attenzione particolare al magistero di papa Francesco, che attraverso il messaggio inviato dal segretario di stato, il cardinale Pietro Parolin, ha ringraziato per la scelta del tema, a lui caro e ha ribadito il suo pensiero che “le periferie non sono soltanto luoghi, ma anche e soprattutto persone: la Chiesa è chiamata ad uscire da se stessa e ad andare verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali”.
Scelte che desiderano riportare chiarezza e simpatia ad un movimento capace di una forte elaborazione culturale e di affascinare masse di giovani e non più giovani, ma anche certamente in sofferenza per il coinvolgimento, diretto o indiretto a seconda delle valutazioni, con un sistema legato a poteri e affari, troppo candidamente mischiati a valori, come, con coraggio, afferma Carron: “Possiamo aver dato dei pretesti”. Se, da sempre, il movimento di CL ha dichiarato una netta presa di distanza dalla politica e da certi affari, ora sta dando anche visibilità e contenuto a queste affermazioni. Del resto, è questo un tempo favorevole a tanti valori per i quali il Meeting si è battuto negli anni. Il dimagrimento dello Stato, la sussidiarietà, l’attenzione all’impresa, sono temi che trovano oggi nel Governo, ma anche negli schieramenti politici contrapposti, molta attenzione. Per questo, presente o no al Meeting, per la visione politica, il vero referente, in modo più dialogico che dialettico, oggi è Renzi, nel suo complesso tentativo di cambiare il Paese.
Quali i frutti di queste scelte? Mentre chiudiamo questo numero, le giornate riminesi sono appena iniziate. Il popolo del Meeting ha mostrato di gradire. Padre Pizzaballa, un testimone delle sofferenze del Medio Oriente, domenica è stato accolto da 10.000 persone con un’ovazione degna di una rockstar; gli spettacoli dei ragazzi africani della periferia di Nairobi sono in overbooking; i visitatori dei primi giorni sono una marea. Il sassolino è diventato stella.
Giovanni Tonelli