Il parco è aperto… Ma non si chiama più Jurassic Park, ha un nome più ambizioso (Jurassic World) e si prepara a stupire i 21.000 turisti che affollano la nuova attrazione con il dinosauro più incredibile mai visto, frutto di un esperimento genetico, l’ Indominus Rex. Ma quando la scienza si spinge troppo oltre, il disastro è annunciato.
Il primo Jurassic Park è del 1993, allora il regista Steven Spielberg (che si “accontenta” del ruolo di produttore esecutivo) aveva fiutato l’affare tra le pagine del romanzo di Michael Crichton (scomparso nel 2008) e aveva creato un mondo di dinosauri in grado di stupire (grazie agli effetti CGI).
Ora spunta in sala un nuovo episodio che ritorna ad Isla Nublar (la sede dell’originale Jurassic Park) dove il mega parco è aperto sotto la supervisione della nuova direttrice Claire (Bryce Dallas Howard). Il nuovo proprietario (Irrfan Khan) preme per mostrare la nuova creatura al pubblico ma eventi a catena che seminano il panico tra gli ospiti. Per fortuna il baldo Owen Grady (Chris Pratt) riesce a comunicare con i velociraptor trasformati in insperati alleati nella lotta con il mostro. Per arricchire la trama, Vic Hoskins (Vincent D’Onofrio), uomo senza scrupoli, pensa di fare soldi a palate utilizzando i dinosauri come armi.
Il tempo è passato dal 1993, i ragazzini continuano ad amare i dinosauri ma ormai non gioca più l’effetto sorpresa davanti alle creature ricostruite in digitale. Domina la consuetudine in una trama costruita sui pericoli della genetica e gli interessi economici, con i tocchi avventurosi, umoristici e sentimentali come si conviene ad un blockbuster che non raggiunge il livello dell’“antenato” ma diverte quanto basta in due ore di “Jurassic Show”.
Il Cinecittà di Paolo Pagliarani