Una beffa, una bella vittoria e un furto colossale. Protagoniste, nell’ordine, Rimini, Bellaria e Santarcangelo. Partiamo dai biancorossi che al “Neri” hanno ricevuto la Pro Patria, ossia la squadra favorita numero uno per il salto in Prima divisione. Eppure per 87’, Marco Brighi e compagni, hanno messo sotto i bustocchi, poi, un errore di Rosini ha dato il via libera a Serafini che in piena area è stato steso da Vittori. Rigore, 1-1, ed ennesima beffa. Con Luca D’Angelo che a fine gara ha sparato contro l’arbitro definendolo spocchioso. Adesso, però, la classifica inizia davvero a far paura anche perchè, domenica prossima, il Rimini salirà fino in Val d’Aosta per affrontare la squadra di Benny Carbone che, dopo la manita di Santarcangelo, ha bloccato il Mantova. In casa, i valdostani, ne hanno vinte due, perse altrettante e pareggiate quattro. Tredici le reti realizzate e diciassette quelle subìte. Dal Rimini al Bellaria che dopo due ko consecutivi è tornato alla vittoria battendo (2-0) il Casale all’Enrico Nanni. Merito di una doppietta di Nicastro che fa volare i biancazzurri a quota 21. Prossimo avversario, il Fano che con i suoi 14 punti è in piena zona retrocessione. Arriviamo così al furto legalizzato subìto dal Santarcangelo che cede al Venezia solo al 92’, e per giunta su un calcio di rigore che neppure gli stessi giocatori lagunari hanno capito. “È una cosa assurda – tuona il Direttore Sportivo, Oberdan Melini – non si possono prendere delle decisioni di questo tipo. Ci faremo sentire nelle sedi più opportune”. Un vero peccato perché dopo il 5-0 di mercoledì nel recupero con la Vallee d’Aoste (per il riminese Canini una quaterna secca), il punto sarebbe servito per dare continuità. E adesso sotto con l’Alessandria.
Francesco Barone