Audacia e voglia di “svecchiare” una pietra miliare, simbolo di una cultura, incantano Montegridolfo, che è pronta a innalzare il sipario a un nuovo intervento di riqualifica di un certo spessore.
Un anno fa veniva presentato il restauro dell’affresco quattrocentesco della Chiesa di San Rocco.
Un risultato importante per quella comunità e le sue forze; a fare da sfondo concerti di accompagnamento organizzati durante l’estate al Castello e ciliegina sulla torta il Convegno di Studi Romagnoli, ospitati a Montegridolfo per la prima volta nella storia.
“Già durante l’inaugurazione del restauro del Quattrocento, si guardava a quello del Cinquecento come un nuovo traguardo, ma senza certezze, di poter intervenire anche su quello – sorride Marco Musmeci, assessore alla Cultura, Turismo e Comunicazione (nella foto) – Oggi, a distanza di un anno, non solo gli Atti del LXXII Convegno di Studi romagnoli sono stati pubblicati e sono consultabili in molte biblioteche dell’Emilia-Romagna, ma ci troviamo anche a presentare il restauro dell’affresco cinquecentesco”.
L’affresco “recuperato” ha festeggiato la sua inaugurazione domenica 3 dicembre, presso la chiesa di San Rocco. “Diamo ufficialmente il benvenuto all’affresco rinascimentale di ambito raffaellesco raffigurante la Madonna con Gesù Bambino e i Santi Sebastiano e Rocco” – rilancia il sindaco Lorenzo Grilli – “Si tratta di un nuovo intervento, oggetto nel corso dell’estate, di un cantiere-scuola promosso dal Comune di Montegridolfo in collaborazione con Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna. Dopo la prima riqualifica effettuatasi lo scorso anno, siamo riusciti a riportare anche il secondo dipinto al suo originale splendore”.
Un dipinto che, utilizzando le parole dello storico d’arte leontino Alessandro Marchi, “è un autentico capolavoro.Un’opera all’avanguardia per l’epoca e che, raccoglie tutto l’insegnamento di Raffaello con elementi di rara raffinatezza”.
Prima d’iniziare il restauro si supponeva uno stato di conservazione accettabile invece, al cospetto della pittura, sono emerse tante e tali criticità da rendere assolutamente provvidenziale l’intervento: tra l’altro molto rovinato e con ampi sollevamenti e distacchi pittorici, era il volto di San Rocco.
Un’operazione che è stata svolta con particolare complessità, ad accompagnare le difficoltà dei lavori le impalcature necessarie, che per prassi avrebbero segnato la chiusura temporanea della Chiesa, ma che invece, grazie alla convenzione stipulata con l’Università di Bologna, ha concesso a Montegridolfo di lasciare aperta la Chiesa.
Questo speciale permesso è stato frutto del “cantiere-scuola”, che ha consentito a studenti e visitatori di accedere liberamente all’edificio diventato “tela di lavoro” dei giovani universitari, permettendo ai passanti di entrare in chiesa lasciando inalterata la funzione di culto. “E’ stato bello visitare quel cantiere, vedere lavorare gli studenti con passione e, scoprire poco a poco, la rivelazione del restauro. A colpo d’occhio vedi per primo un cielo terso di un azzurro luminoso, poi le ormai dimenticate dorature sulle areole e poi ancora, tanti altri dettagli” – prosegue il sindaco.
“Questo ulteriore, importante restauro è un traguardo in cui credevamo fermamente – ne è convinto l’assessore Musmeci – Montegridolfo ha tanto da offrire sia ai suoi cittadini che alla storia della provincia.
Speriamo che questi siano solo l’inizio di una prima di tante vittorie in campo culturale”.
Federica Tonini