Home Cultura Il recordman dei presentatori del San Gau: Emiliano Procucci

Il recordman dei presentatori del San Gau: Emiliano Procucci

Con quattordici edizioni presentate, Emiliano Procucci è il conduttore che ha al suo attivo più Festival di San Gaudenzo di tutti. Riminese di San Gaudenzo, grande appassionato e conoscitore di Giovannino Guareschi, insegnante, autore del saggio storico La dinastia delle donne, principesse e regine di Casa Savoia, e della mostra “C’era una volta un re”, il giro del mondo tra le monarchie, Procucci è legato al San Gau da una vera affezione. Classe 1976, nel 2015 ha ricevuto il premio “Presentatore di Qualità”, per aver presentato 10 edizioni consecutive di Festival di San Gaudenzo. Da qualche tempo non partecipa più attivamente alla costruzione del Festival, “Preferisco lasciare spazio ai giovani”. Ma quest’anno, per la prima volta, è stato chiamato nel ruolo di Presidente della Giuria di Qualità.

Il Festival di San Gaudenzo ormai è una felice tradizione più che assodata. Tu – insieme ad Alessandro Ceccarini e altri dello staff – hai contribuito a farlo crescere. Come lo trovi oggi?

“Il Festival, nato la sera del 3 marzo 2000, ha raggiunto le 25 primavere ma, a causa della vicenda Covid di cinque anni fa, celebrerà quest’anno la sua 23°edizione.
Era partito molto in sordina, organizzato con tanta semplicità, nel teatrino parrocchiale poi si è evoluto col tempo in una vera e propria kermesse, partecipata e coinvolgente, trasmesso più volte su Icaro Tv.
L’ho visto crescere e trasformarsi in tante fasi della sua storia ed oggi, considerati i mezzi e i volontari che generosamente lo preparano per mesi, lo trovo uno spettacolo ben costruito ed innovativo.
È diventato un bellissimo momento, ormai entrato nella tradizione degli eventi da condividere con tutti, parrocchiani e non”.

Con quattordici edizioni presentate, sei il conduttore che ne ha presentate di più. Quale edizione ricordi con maggiore piacere?

“Sono stato veramente contento di condurre così tante edizioni di questo Festival, del quale sono stato anche autore in diverse occasioni.
Quella che ricordo senz’altro, con molto piacere, è l’ultima che ho presentato nel 2021. Ho, infatti, avuto modo di condividere il palco con Jennifer Fratti, una bravissima ragazza e mia ex alunna, protagonista di un monologo davvero emozionante e che è stata anche un’insuperabile ‘spalla’ nell’improvvisare con me e, soprattutto, nel gestire i vari momenti di una serata molto particolare (eravamo ancora in periodo di distanziamento e mascherine al chiuso)”.

Emiliano, qual è l’aneddoto che porti nel cuore?
“Rammento, in particolare, i primi Festival molto artigianali e allestiti davvero con poco, la semplicità che li contraddistingueva e le grandi risate condivise con i co-conduttori e le conduttrici dell’epoca, durante le prove e non solo. Le gaffes che, inevitabilmente, nascevano sul palco sono ricordi divertenti come quando chiesi ad una cantante in gara se fosse la prima volta di una sua esibizione canora e, alla sua risposta affermativa, notando in lei un po’ troppa emozione, le replicai che rischiava di essere anche l’ultima… Oppure la parodia di ‘Casa Vianello’ che ancora tutti ricordano e che ho girato con gli amici Alessandro Ceccarini e Paolo Morganti”.

Il personaggio che più ti ha stupito in tante edizioni del San Gau.
“Oltre all’insostituibile Alessandro Ceccarini per le sue doti di artista completo (conduttore, comico, imitatore e ballerino), il personaggio che mi ha stupito di più in tante edizioni è senz’altro il nostro parroco Don Aldo Amati che, nel corso degli anni, è sempre stato disponibile ad interpretare i ruoli più disparati che gli abbiamo proposto. Lo ha fatto sempre con tanta generosità e spirito giovanile, quello che ha caratterizzato da sempre il SanGauFestival. Un elogio va anche al bravo regista Federico Casadei e a tutti i ragazzi che, con lui, hanno realizzato dei cortometraggi davvero divertenti e ben sceneggiati che, come atmosfere, mi hanno riportato più volte col pensiero ai film della nostra commedia italiana”.

Forte del successo riscosso con il San Gau, hai provato anche la carriera televisiva.
“Tra il 2001 e il 2021, il Festival di S. Gaudenzo mi ha visto conduttore, autore e protagonista in molti sketch e brevi filmati, ovviamente, per gioco.
Pochi sanno di una breve ma, per me, indimenticabile ‘gavetta’ negli studi dell’allora Radio Icaro di Rimini di cui ero diventato inviato a trasmissioni TV o eventi musicali.
Intorno alla fine degli anni ’90, grazie a quel ruolo ho davvero avuto l’occasione di poter entrare, in qualche modo, nel vero mondo dello spettacolo quando, oltre a cantanti, dirigenti ed artisti molto noti, conobbi al ‘Bandiera Gialla’ di Rimini il conduttore televisivo Carlo Conti (ora grande cerimoniere dei Festival di San Remo e di tanti altri eventi televisivi) che, prendendomi in simpatia, mi chiese se mi sarebbe piaciuto intraprendere davvero un percorso artistico. Riflettendo sull’allettante suggerimento, risposi cortesemente che avrei desiderato proseguire i miei studi universitari”.

Da diversi anni sei salito su un altro “palco”, quello scolastico, nel ruolo di docente.
“Dopo diversi anni, sono infine approdato alla professione di docente che mi piace molto anche se, devo ammetterlo, le mie lezioni coi miei studenti sono talvolta caratterizzate un po’ da quella vena artistica che, ogni tanto, emerge e che ancora conservo dentro di me”.
Paolo Guiducci