Il Pacco te lo “regala” la rete

    UN ufficio al terzo piano, in 7 a portare la divisa, computer, scrivanie e montagne di carte che arrivano sino al tetto di una stanzetta di 10 metri quadrati, scarsi. La Polizia postale è a Rimini dallo scorso gennaio (realmente operativi da maggio) e in pochi mesi ha già raggiunto quota 700 fascicoli. Il loro pane quotidiano le denunce e le segnalazioni dei truffati su internet, ma non solo. Truffe nuove di zecca, frutto dell’avanzata tecnologia che all’evidenza di un loquace Totò alle prese con la vendita della fontana di Trevi, sostituiscono celate offerte accantivanti dell’affare del secolo!
    Sono molti i truffati su internet, più o meno consapevoli e colpevoli d’ingenuità che si ritrovano con super bollette da pagare o ad aspettare un pacco che non arriva mai… un vero e proprio pacco.
    A districare gli ingorghi della rete truffaldina, ci pensano gli uffici della Polizia Postale di tutta Italia, che lavorando congiuntamente sono in grado di intravedere una truffa a chilometri di distanza.

    Le truffe più frequenti
    Attualmente, ci sono diverse tipologie di truffe che girano nella rete. Ci sono i Dialer, ossia piccoli programmi che arrivano nei nostri computer via e-mail oppure con i bunner pubblicitari. Basta cliccare su un bunner dubbio o aprire una e-mail sconosciuta per attivare l’autoinstallazione di un programma che ha il compito di effettuare una connessione con costi al minuto molto elevati (anche da 2.5 euro). In genere sono dei numeri che iniziano con le cifre 709, 166, 899 oppure sono numeri internazionali, cui i malcapitati vengono connessi, senza che si rendano conto di niente, sino a quando non arriva la bolletta, naturalmente. Il problema è che i dialer più recenti si attivano anche con una semplice pagina di ‘avviso di protezione’ di Windows.
    Poi ci sono le truffe dette Phishing (che letteralmente significa pesca) che sono molto di moda. Si tratta di truffe via e-mail. Arrivano nelle caselle postali e hanno come mittente: reali istituti bancari oppure le Poste Italiane. Da qui, si chiede al potenziale cliente, con una scusa qualsiasi, di cliccare dei link o inserire dei dati bancari personali. Questa posta viene spedita a pioggia, a prescindere dal fatto che il truffatore sappia che il bersaglio sia cliente o meno di un qualsiasi istituto bancario. Può capitare che trovi la persona giusta come no. A quel punto dopo che hai messo i tuoi dati, in un attimo ti viene prosciugato il conto.
    In ultimo, ci sono le truffe che girano intorno alle aste d’acquisto. In quel caso i siti internet possono essere anche blasonati come e-bay e secondamano. Si possono fare compere fantasma, depositando denaro in siti prestigiosi come Escov (reale, sicuro, ma clonato anche quello), e non avere in cambio nulla.

    Proteggersi: si può?
    Nel caso di Dialer è molto difficile, perché come i fatti di cronaca ci hanno dimostrato, puoi connetterti al sito di informagiovani ed essere truffato. Per i phishing è relativamente più semplice. Basta partire dal presupposto che non esistono istituti bancari che chiederebbero ai loro clienti di spedire dati personali via e-mail, ed avere buon senso. Per quanto riguarda, invece le aste e gli acquisti bisogna diffidare: in primis dagli affari troppo ‘affari’, perché vale la regola d’oro che nessuno regala niente per niente. Poi, bisogna verificare che i numeri telefonici indicati come contatti non siano stranieri o sospetti, che i messaggi descrittivi del prodotto non siano scritti in italiano maccheronico e in ultimo controllare che il pezzo che vogliamo acquistare abbia dei feedback, una sorta di storia di tutti i potenziali acquirenti che sono passati prima. Anche in quel caso però bisogna stare attenti, perché ci sono siti, veri specchietti per le allodole, che creano ad hoc delle pagine ricche di pareri tutti positivi su un determinato articolo.

    Chi sono gli allocchi?
    Purtroppo tutti possiamo essere colpiti, anche i più scaltri, anche i più navigati della rete, sia involontariamente (attraverso un Dialer che non ti aspettavi di ricevere in regalo), sia attraverso un acquisto volontario che si pensava fosse l’acquisto della vita.

    E le punizioni?
    Intanto dobbiamo dire che non è molto semplice individuare delle truffe. Se è vero che alla Polizia Postale arrivano tante segnalazioni, è altrettanto vero che, la rete non è semplice da scalare. Dopo averle individuate, ciò che è più difficile è dimostrare che si è di fronte ad un reato di truffa. Infatti se io compro su e-bay e poi a casa non ricevo nessun pacco, quella può anche definirsi insolvenza contrattuale e sfociare, tranquillamente, in una causa civile. In realtà per parlare di truffa tout court, bisognerebbe che all’acquirente arrivasse a casa un pacco con dentro un mattone.

    Angela De Rubeis