È stato benedetto lo scorso gennaio e in soli tre mesi è già diventato un punto di riferimento per tutti i fedeli della Chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Miramare. È il “nuovo” cuore sacro della parrocchia, realizzato dall’artista mosaicista Paola Filipucci ed esposto all’esterno dell’edificio: un mosaico enorme, 150×300 cm, raffigurante il Sacro Cuore di Gesù, studiato e interpretato partendo da stilemi antichi. Un progetto che, come racconta l’artista, è stato “appositamente elaborato per poter attualizzare un’iconografia classica, adattandola ai giorni nostri”.
“Non abbiamo mai avuto un’immagine del Sacro Cuore – ammette il parroco don Giuseppe Vaccarini – la nostra chiesa è moderna, realizzata in cemento armato e spesso era difficile anche «riconoscerla». All’esterno dell’edificio c’era però lo spazio ideale per ospitare un’immagine che desse identità alla comunità parrocchiale e abbiamo quindi pensato ad un mosaico, tecnica artistica ideale per gli esterni.”
La disponibilità della famiglia del parrocchiano Andrea Masi a donare il necessario per sostenere l’operazione, la proficua collaborazione di tante persone (fra cui Enzo Berardi e Oreste Livi), ciascuna con le sue competenze, ha reso possibile il compimento di un’impresa così grande. “Volevo evitare le solite immagini oleografiche sul Sacro Cuore – continua don Giuseppe – figlie di un’iconografia tipicamente occidentale, dove il Cuore di Cristo, circondato di fiamme, coronato di spine e sormontato da una croce, è visibile sul suo petto. Il soggetto scelto per la nostra parrocchia deriva, invece, dalla reinterpretazione del modello bizantino del solenne Cristo Pantocratore («Sovrano di tutte le cose»), attualizzato attraverso l’inserimento di un Sacro Cuore, che spicca e ’batte’ all’interno del corpo con effetti sorprendentemente realistici.”
Del resto, nell’ esperienza del sacerdote riminese che ha vissuto 10 anni in Albania, nella missione diocesana di Kucova-Berat, le icone sono state importanti: “Queste immagini sacre, tipiche della cultura bizantina e slava, ci trasportano con la loro solenne austerità in una dimensione diversa. L’idea è quella di rappresentare il divino in forma umana, ma non su un piano naturalistico: basti pensare che per realizzare un’icona è necessaria una grossa preparazione teologica e spirituale. Nella missione, di cui ora il responsabile è mio fratello Giovanni, c’è una scuola iconografica con un laboratorio che dà lavoro a diverse persone, le quali, in maniera accurata, producono oggetti di alto artigianato.”
Nel mosaico di Miramare, il cuore di Gesù, realizzato con ori e smalti, insieme all’aureola, in cui si intravede la sagoma della croce, è una fonte di luce: un organo pulsante e in rilievo, che si impone con la sua vitalità sulla cromìa delle vesti del Signore, i cui colori sono quelli tradizionali, il blu, emblema della trascendenza, del mistero della vita divina, e il rosso, simbolo del sangue versato dal Figlio di Dio. “La testa di Cristo – racconta l’artista Paola Filipucci – è coronata da un’aureola imponente, decorata con preziosi ori zecchini policromi; per il viso ho utilizzato invece una gamma di smalti sfumati, detti «incarnati», che rendono pienamente il colore dell’epidermide, creando un gioco di luci particolare.”
Un’opera d’arte eseguita artigianalmente, con sapiente pazienza: dalla ricerca dei materiali, al taglio delle tessere, al loro armonico accostamento nell’aureola e nella parte centrale del cuore, zona in cui sono stati impiegati “ori vari, gialli, bianchi e rossi, per dare, attraverso il movimento dei trapassi cromatici, la sensazione del battito cardiaco. Un cuore – sottolinea l’artista – certamente più umano che simbolico.” Che ora palpita per tutti presso la Chiesa Parrocchiale di Miramare.
Cinzia Tedeschi