L’unione fa… la casa. Meglio se ad un prezzo conveniente. Per molte giovani coppie che mettono su famiglia, ma che devono fare i conti con stipendi ‘magri’ e una posizione lavorativa precaria – condizioni pessime per aprire un mutuo – una strada per restare lontani dalle speculazioni del mercato immobiliare c’è e anche in provincia di Rimini è diventata una realtà: la costruzione del ‘nido domestico’ da parte delle stesse persone che vi andranno ad abitare. Una scelta possibile, come dimostra l’impegno di una cooperativa di famiglie, Ariacoop, che a San Giovanni in Marignano sta realizzando diciotto case a schiera (organizzate in tre gruppi da sei) su un lotto di circa 10.500 metri quadrati, in via Pianventena.
Si tratta della prima esperienza di autocostruzione in provincia di Rimini, sull’onda di una moda che dal nord Europa (Germania, Danimarca, Francia e Irlanda in particolare) ha contagiato anche diverse parti d’Italia. “Il Comune mette a disposizione il terreno, nel caso nostro ciò è avvenuto tramite bando – spiega Gianpietro Bonomi, presidente di Ariacoop – una banca fornisce i finanziamenti e la cooperativa seleziona e riunisce, secondo determinati criteri (comprese le garanzie necessarie per i mutui per non avere spiacevoli sorprese a lavori in corso, ndr.) le famiglie che andranno ad occupare i futuri alloggi oltre a gestire i finanziamenti, la manodopera e i materiali”. Sono poi i nuclei familiari a scegliere in prima persona e di comune accordo, il kit necessario per la costruzione “in modo da conoscere esattamente – sottolinea Bonomi – prezzo e qualità delle singole componenti”.
Obiettivo dell’acquisto diretto: evitare che i fornitori facciano la “cresta” sulle materie prime anche se, visto il momento particolarmente difficile per l’edilizia, il rischio per ora è lontano: “Ogni volta che chiediamo un preventivo continuiamo a ricevere offerte al ribasso, segno che i fornitori delle principali materie prime hanno bisogno di vendere e, soprattutto, di vendere a chi è veramente in grado di pagare. Il ferro è sceso da 62 a 22 centesimi di euro al Kg e lo stesso accade per altri materiali”.
Sì dunque al risparmio, ma non a scapito della qualità: “Ai blocchi in paglia e cemento – continua il presidente di Ariacoop – abbiamo preferito il calcestruzzo, anche perché è più facile da assemblare per una manodopera non specializzata”. La convenienza sta, oltre che nella manodopera fai-da-te e nell’acquisto diretto dei materiali, nella strutturazione degli alloggi: “Appartamenti su due piani, senza cantina (componente costosa in edilizia) e con mansarda grezza; per un totale di 145 mq complessivi (circa 47 a piano) ad un costo massimo di 150mila euro ad unità abitativa”. Una scelta sicuramente più economica rispetto a quanto previsto inizialmente dal piano particolareggiato comunale, ossia una serie di alloggi su quattro piani da 60 mq ciascuno: “Decisamente troppo per noi, che dovevamo andare incontro anche alle esigenze delle famiglie meno abbienti”. Del resto è anche questo uno dei segreti dell’autocostruzione: mettere insieme famiglie con interessi e necessità comuni per arrivare ad un progetto condiviso. Gli intenti di altre esperienze come housing sociale e condomini solidali, con la differenza che i futuri inquilini e proprietari si muniscono di cazzuola e ”staggia”, ovviamente coordinati dall’unico ‘esterno’ al gruppo, il capocantiere assunto dalla cooperativa. “Fin dall’inizio – precisa Bonomi – abbiamo previsto che per realizzare il complesso sarebbero servite circa 1.500 ore a gruppo familiare, vale a dire 500 all’anno e dieci a settimana da impiegare negli orari liberi dalla normale attività lavorativa di ognuno”. Ampia disponibilità dunque nei fine settimana quando i soci ‘di turno’ arrivano anche ad una decina.
Da luglio, quando il cantiere è partito, ad oggi, due dei tre gruppi di case sono arrivate al tetto, “ora stiamo scendendo per fare le pareti esterne” fa il punto il presidente di Ariacoop. “Se tutto procederà al meglio, contiamo di consegnare gli alloggi per l’aprile del 2010”.
Esperienza alla portata di tutti? “Dei nostri 118 soci – garantisce Bonomi – più della metà è gente che lavora in edilizia e due nostri giovani si sono appena laureati proprio con una tesi in autocostruzione”. I 18 coinvolti, nello specifico, nel cantiere di San Giovanni (con le rispettive famiglie) sono stati scelti dopo un attento check up visto che l’ente finanziatore, banca Etica di Padova, ha chiesto le dovute garanzie: “Chi guadagnava 800-900 euro al mese non ha potuto partecipare, per altri è bastata la firma di garanzia dei familiari”. Il mercato immobiliare, si sa, ha già seminato diverse vittime del mutuo e anche l’autocostruzione è costretta a tenerne conto. E non era ancora tempo di crisi…
Alessandra Leardini