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Il mercato fatica a viaggiare su 4 ruote

Il calo c’è stato, di nuovo. Stando ai dati del Ministero dei Trasporti, da gennaio a novembre, le immatricolazioni delle auto, in Italia, sono state 1.2 milioni, il 7.7% in meno rispetto al 2012. Più contenuta la contrazione del mese scorso, un 4.5% rispetto al 5.3% di ottobre, ma resta il fatto che se ora si stessero lasciando alle spalle il novembre 2012 le concessionarie italiane avrebbero venduto 5mila auto in più. L’usato come sempre è un’altra storia: dai 3.8 milioni di trasferimenti di proprietà dello scorso anno si scende leggermente ai 3.7 milioni, e il volume delle vendite di novembre ha interessato per il 77.2% proprio auto usate.
Per quanto riguarda i marchi, sempre più giù la Fiat, che registra un calo nelle vendite di otto punti superiore alla media. Per il gruppo torinese novembre va peggio che ottobre, con un calo del 12.3% (-10.4% contando da gennaio), e una fetta di mercato ridotta al 27.1%.

A Rimini le quattro ruote non… girano. Zoom sulla mappa e troviamo a Rimini un calo superiore alla media italiana: le immatricolazioni nel 2013 hanno subito, infatti, un calo del 14.6% e in provincia la torta che le case automobilistiche si trovano a dover spartire è evidentemente più piccola. Dall’elaborazione UNRAE sui dati del Ministero dei Trasporti risulta che i marchi più venduti, Fiat, Volkswagen e Opel, hanno subito una perdita simile e maggiore rispetto alla media provinciale: -20% per tutti e tre. In particolare il Lingottino riminese, che conserva comunque la fetta di ciambella più grossa, passa dalle 1154 Fiat vendute lo scorso anno alle 921 del 2013.
Non è certo l’unico calo significativo: Lancia perde il 29.7% delle vendite, Alfa Romeo addirittura le dimezza, passando dalle 147 vetture vendute nel 2012 alle 73 di quest’anno. Ma il peso di un marchio che detiene almeno il 16% del mercato provinciale non può non farsi sentire e sarebbe proprio Fiat a influire maggiormente su una media che, a detta del presidente dell’Associazione Concessionari di Rimini Paolo Ricci, si mantiene sui livelli degli scorsi anni.

Non si può parlare di crollo. Lo conferma anche l’ex presidente Oreste Ruggeri. “Più che di crollo, parlerei di uno scivolamento progressivo, attenuatosi negli ultimi mesi. E comunque alla fine dell’anno 6mila riminesi avranno acquistato un’auto nuova, che resta sempre un bel numero”.
In effetti il vero tracollo risale al 2008 e le auto “si sono perse nel corso di questi ultimi anni” continua il titolare di «Ruggeri Auto». Per Ricci il turismo ha dato una mano, e il mercato è comunque più vivo a Rimini che in altre realtà dalla vocazione industriale; per Ruggeri la provincia soffre di più il calo proprio per la vivacità di un’economia colta all’improvviso dalla crisi e dunque impreparata di fronte agli sbalzi del mercato.

Le scelte al risparmio. Gli effetti della crisi emergono in maniera evidente dalle scelte degli automobilisti. Basta guardare i marchi in controtendenza per capire che ora si punta all’innovazione e al risparmio, meglio ancora se nella stessa auto. Toyota con i suoi veicoli ibridi, Auris e Yaris, segna un 5.2% in più rispetto allo scorso anno, e anche Renault con il lancio di nuovi modelli si porta a casa un bel 17.3%. Il caso di Dacia poi è esemplare: come spiega Giovanni Piraccini di «Renauto», la nuova Dacia Sandero a Gpl e interamente accessoriata non arriva agli 11mila euro, il modello Duster tocca appena i 15mila. E infatti dalle 130 auto vendute nel 2012 la quota è salita a 179, un aumento del 37.6%. Le piccole cilindrate sono dunque salve, e a subire è la fascia dai 18 ai 25mila euro. Nissan ad esempio, più avara di novità ma soprattutto più costosa con i suoi modelli di fascia media, nel 2013 perde 80 macchine.

Non si eccelle nell’usato. Non che manchi la domanda, ma a Rimini a scarseggiare è l’offerta. I concessionari della provincia si concentrano sul nuovo e rivendono solitamente solo l’usato che prendono in permuta. Va da sé che, in un periodo in cui si tende a non cambiare auto, di veicoli di seconda mano ce ne sono pochi, e quelli che si riescono a reperire sono vecchi e chilometrati. E allora c’è chi come Sebastiano Tonti di «Auto In» va in cerca di usato per l’Italia, rigorosamente piccolo. O chi come Piraccini inizia ad avere maggiori guadagni dalla manutenzione e dall’assistenza.

Oggi acquistare è conveniente. È possibile, di fronte a un calo delle immatricolazioni del 14%, rintracciare un indizio di ripresa, un segnale positivo? Sembrerebbe di sì. Come fa notare Ruggeri, l’attenuazione del calo negli ultimi mesi dell’anno è sintomo di una possibile stabilizzazione della perdita attuale. E poi, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno, comprare un’auto non è mai stato tanto conveniente. “Persino al tempo degli incentivi statali non si raggiungevano le cifre di oggi. Le auto che costavano 15mila euro ora costano 11mila, quelle che costavano 13mila sono scese a 9mila. Le case automobilistiche hanno supplito alla mancanza di incentivi offrendo condizioni che stimolino il mercato”. Forse non ha tutti i torti, forse è davvero il momento migliore per comprare un’auto.

Isabella Ciotti