135 incontri, 19 spettacoli, 8 mostre, 16 manifestazioni sportive, 346 relatori. 170mila metri quadrati di Fiera, 11 le sale e gli spazi destinati agli incontri, 10mila persone la capienza dello spazio più ampio. 8 milioni e 300mila euro il bilancio preventivo. 3 i main partners, 4 gli institutional partners, 16 gli official partners e 200 le aziende o gli enti che, a vario titolo, partecipano alla manifestazione. 3.142 i volontari (di cui 200 arrivano dall’estero) e 713 quelli che hanno lavorato prima dell’apertura.
Numeri impressionanti. Ma sono la scorza, la buccia di una polpa che molti commentatori ancora faticano a comprendere. Per molti aspetti il Meeting sfugge, specie quando lo si vuole ideologicamente incasellare.
Prendete il cuore che “anima” il titolo della XXXI edizione. Un termine persino inflazionato, persino ambiguo, spesso associato alla sola dimensione sentimentale. Eppure qui al Meeting è declinato con economia (forse mai come quest’anno si parla tanto di economia – è la crisi, bellezza! – con le star Emma Marcegaglia e Sergio Marchionne ma anche con Fondazioni, cooperative, imprese e capitani d’inpresa) e politica, con spettacolo e testimonianza, con trasporti e immigrazione. Senza che tutto ciò diventi un calderone indistinguibile. No, questo Meeting per l’Amicizia fra i Popoli è un (bel) viaggio al cuore dell’uomo, che nella sua concezione biblica indica la struttura originale dell’uomo. “Cuore – ha rilanciato don Stefano Alberto presentando il tema della XXXI edizione – identifica un complesso di evidenze originarie e di esigenze che costituiscono il fondo di ogni esperienza umana e la orientano, come una bussola, in un continuo paragone con tutto ciò che incontra.”
Perché dunque stupirsi se in questi sette giorni a Rimini si parla di tutto questo? “Non sono di Cl – mette i puntini sulle «i» il commissario Valentino Di Bartolomeo, che si era dato disponibile a fare il volontario per tre giorni ed ora assiste otto carcerati – ma qui ci sono spunti, suggerimenti e desideri per il mio lavoro.”
Lo spettacolo inaugurale Caligola e la luna (tratto da Albert Camus) ha dato bene l’impronta: l’uomo desidera cose grandi, infinite. E il Meeting mette sul piatto Da uno a infinito, al cuore della matematica, una mostra che ha come incipit una frase di Einstein.
E poi gli incontri religiosi, con grandissimi personaggi come il Vescovo di Ratisbona, Muller; il cardinal Erdo e il metropolita di Minsk Filaret, il patriarca di Venezia, Scola e il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo religioso, il cardinal Jean-Louis Tauran. E poi il ministro Maroni sul delicato tema dell’immigrazione; il mondo non profit con il deputato Pd Enrico Letta (un fedelissimo del Meeting) e il ministro Alfano. La ministra Carfagna è inserita in agenda venerdì sul tema dell’integrazione al femminile (ore 11) mentre il sindaco di Roma, Gianni Alemanno è atteso al varco per sapere Quale politica per la famiglia? insieme al collega di Parma, Pietro Vignali.
Tanta musica e libri con numerose e affollatissime presentazioni. Grandi code, infine, per le visite guidate alle mostre e alla libreria. Il passaparola tra amici e colleghi, il racconto di un’esperienza personale fatta o di qualcosa di interessante che si è incontrato, è contagioso, vitale. E spinge a desiderare cose grandi.
Paolo Guiducci