È un anno che siamo “on line” con l’edizione digitale del nostro giornale, ilPonte più. Un anno di questa nuova avventura che sicuramente ci ha appassionato, ci ha messo di fronte a nuove sfide ma anche a tante piacevoli sorprese. La sfida era quella di “catturare” un nuovo target (come dicono gli amanti del marketing, noi preferiamo chiamarle persone), un nuovo pubblico, quel mondo di giovani che fa fatica a relazionarsi con la carta ma che ha una dimestichezza maggiore con le nuove tecnologie; la sorpresa è stata scoprire che il nostro primo abbonato digitale (pagante) vanta 79 primavere ben portate.
Luigi Verola, classe 1936, è tutto orgoglioso davanti al suo pc quando ci racconta che lui il giornale lo legge prima sullo schermo e poi sulla carta, perché dalle sei del mattino del giovedì ilPonte è on line e “può leggerlo per primo”. Il signor Verola frequenta attivamente la parrocchia di San Martino in Riparotta anche se per oltre un decennio è stato catechista nella chiesa di San Domenico Savio.
Il signor Verola è arrivato a Rimini a 29 anni con in tasca un contratto di lavoro all’Scm. L’infanzia e l’adolescenza le aveva trascorse a Francavilla Fontana, un paesino a 35 chilometri da Brindisi. Quello all’Scm è stato per lui il lavoro della vita, 31 anni nella stessa azienda, il posto fisso com’era concepito una volta. Poi il 31 dicembre 1996 arriva l’agognata pensione e con lei anche la passione per la scrittura e il consolidamendo (e soprattutto il tempo) di quella per la lettura.
Signor Verola, devo confessarle che noi tutto ci aspettavamo meno che il nostro primo abbonato digitale avesse 79 anni. Ma come è potuto accadere?
“Tutta colpa, o meglio merito di mio figlio. Lui lavora nel ramo dell’informatica e ha deciso di regalarmi l’abbonamento digitale al vostro giornale. Mi piace tantissimo. Ormai la carta non la leggo più, aspetto il giovedì mattina per leggerlo sul mio pc… prima di tutti gli altri”.
Cosa le piace de ilPonte più?
“Lo leggo con più facilità, individuo la pagina e clicco sul testo che voglio leggere. È più comodo, più veloce, molto più bello, anche le foto sono più vive”.
Lo sa cosa mi sembra strano signor Verola? Che lei scelga di leggere il giornale su uno strumento digitale mentre sul suo tavolo c’è una pila di libri…
“Una cosa non esclude l’altra. Io ho cominciato a scrivere per caso. Un giorno ero sul divano e mi è venuta in mente una cosa che ho sentito l’esigenza di scrivere. Cominciai a scrivere quei miei pensieri su carta, con una penna. Poi, come anche lei ha avuto modo di vedere, i miei libri sono stati tutti scritti al computer, stampati e rilegati”.
Qui ci sono tantissimi volumi interessanti…
“Guardi io sono molto legato a tutti loro anche se ce ne sono alcuni che mi hanno emozionato più di altri. Come per esempio <+cors>Passeggiando nel passato<+testo_band>, dove racconto tanti aneddoti della mia giovinezza a Francavilla Fontana; così come il mio manuale del catechismo”.
Ha scritto un manuale di catechismo?
“Sì. In tutti gli anni nel quale ho fatto il catechista e anche confrontandomi con i miei colleghi, mi sono reso conto che la cosa più difficile era catturare l’attenzione dei più piccoli. E allora mi sono scritto questo manuale dove ho trasformato in atti teatrali tutte le storie che generalmente raccontavo oralmente ai ragazzi. In loro ho notato molto entusiasmo e un coinvolgimento che mi ha entusiasmato”.
Cosa dicono sua moglie e i suoi figli di tutto questo suo leggere e scrivere?
“Mia moglie ogni tanto mi chiede di passare più tempo con lei, ma in generale sia lei che i miei figli sono molto contenti di quello che faccio”.
Luigi Verola ha una vita piena: i week end con gli amici a giocare a carte (ci si incontra dove capita: l’importante è che il posto abbia l’ascensore), e poi la moglie Carmen, i figli Andrea e Matteo e da poco più di tre anni è arrivato anche il nipotino Lorenzo. Con loro passa gran parte del suo tempo, il resto lo passa leggendo e scrivendo ma il giovedì all’alba non c’è spazio per nessuno. Giovedì all’alba arriva ilPonte sul computer; allora Luigi si prende il suo tempo per leggere il settimanale… prima di tutti gli altri.
Angela De Rubeis